Bruxelles: incontro tra vertici dell’Unione Europea e delegati delle religioni nei
Paesi dell’Ue
Incontro ieri a Bruxelles, in Belgio, tra le istituzioni dell’Unione Europea e le
comunità religiose nei 27 Stati membri dell’Ue. Ai colloqui – di cui riferisce l’agenzia
Sir - hanno preso parte i vertici comunitari ed una ventina di rappresentanti delle
confessioni cristiane, dell’islam, dell’ebraismo e del buddismo. Fra i temi discussi,
la promozione della pace, della democrazia e dello sviluppo nei Paesi europei e in
quelli prossimi all’Unione. Tra i partecipanti il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo
di Monaco in Germania e vice presidente della Commissione degli Episcopati della Comunità
europea (Comece). Nell’incontro abbiamo ricordato – ha riferito il porporato “che
una democrazia è tale e funziona solo se riconosce e rispetta la libertà di religione”.
“Ci preoccupa la situazione delle minoranze religiose presenti nei Paesi arabi – ha
aggiunto il cardinale Marx - anche in relazione agli avvenimenti che stanno accadendo”
in nord Africa e Medio Oriente. “Ci domandiamo se questi Paesi stiano realmente procedendo
verso una democrazia compiuta ed una situazione di pieno rispetto dei diritti e delle
minoranze”. Alle parole del porporato tedesco ha fatto eco José Manuel Barroso, presidente
della Commissione europea. “È nostro compito e nostra ambizione – ha detto - adoperarci
per promuovere la democrazia, il pluralismo, lo Stato di diritto, i diritti umani
e la giustizia sociale non solo in Europa, ma anche nei Paesi vicini. Sono fortemente
convinto – ha sottolineato - che queste sfide non possano essere raccolte senza il
contributo attivo delle comunità religiose”, con gli esponenti delle principali comunità
religiose presenti nell’Unione europea. “La discussione di oggi – ha osservato ancora
Barroso - ha confermato il nostro comune impegno per la promozione delle libertà e
dei diritti democratici e quindi anche della libertà di religione e di credo”. Anche
il presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, ha confermato che “le comunità
religiose hanno una grandissima importanza per il tessuto sociale dei Paesi dell’Unione
europea”. E, ciò vale – ha spiegato - anche per i cambiamenti dinamici in atto alle
porte dell’Unione. Il Parlamento europeo – ha ricordato quindi Buzek - ha sempre posto
l’accento sul fatto che la libertà di religione o di credo è uno dei diritti umani
imprescindibili”. “Per poter essere efficace nel quadro della politica di vicinato,
l’Ue deve - secondo Buzek - collaborare sul campo con i gruppi religiosi su temi che
vanno dall’istruzione alla assistenza sanitaria, fino alla ricostruzione del tessuto
sociale”. Tra i delegati della religione islamica, Mustafa Ceric, gran mufti bosniaco
ha portato la sua testimonianza personale raccontando che la sua “gente ha sofferto
molto per la guerra negli anni Novanta e di essere “contento che Mladic sia stato
assicurato alla giustizia”. “Noi musulmani in Europa – ha spiegato - nutriamo molte
speranze verso l’Ue. Così come confidiamo nel rispetto delle fedi in tutto il mondo
e quindi del rispetto della minoranza copta in Egitto. Del resto – ha affermato Mustafa
Ceric - l’islam insegna il rispetto della vita, della pace, della libertà di culto,
della dignità di ogni persona. Dove i musulmani sono in maggioranza devono rispettare
questi principi”. Durante la riunione diversi leader religiosi hanno preso la parola
per sottolineare il clima positivo, di reciproca stima e di ascolto instauratosi tra
vertici Ue e uomini di fede. Pinchas Goldschmidt, leader della conferenza dei rabbini
europei, ha sottolineato che la primavera araba in corso è “un buon segnale”. “Ci
auguriamo – ha dichiarato - che segua una estate, ovvero un stagione di luce, di libertà
e dei diritti. Troppe volte i nostri figli hanno paura a circolare con i nostri copricapo
tradizionali: questo non deve più avvenire, in nessuna parte del mondo. Auspichiamo
invece una alleanza tra le religioni per la pace in ogni Paese”. Mons. Adrianus van
Luyn, giunto da Rotterdam, nei Paesi Bassi, presidente della Comece, ha invece deplorato
il fatto che la coesistenza di diverse comunità religiose in Medio Oriente e Nord
Africa sia stata “spesso manipolata per metterle una contro l’altra”. Mons. Van Luyn
si è poi soffermato sul progetto dell’Ordine dei Domenicani di creare un’Università
libera a Baghdad. Secondo il vescovo, le comunità cristiane in Medio Oriente e Africa
del nord stanno promuovendo “analoghi progetti nel campo della educazione, del dialogo
interculturale e della cittadinanza” ed ha auspicato che la Commissione europea sostenga
tali iniziative. Nella conferenza stampa sugli esiti del meeting, è stata più volte
richiamata la figura di Giovanni Paolo II, “grande sostenitore della causa europea”,
“uomo di pace e del dialogo tra le religioni”. (R.G.)