Russia. Polemiche per la decisione della Corte suprema di chiudere il Centro per la
cultura islamica
La decisione, presa la settimana scorsa da parte della Corte suprema russa, di chiudere
il Centro islamico legato al Consiglio dei Mufti, presente con sedi in tutto il Paese,
ha scatenato diverse polemiche. La motivazione ufficiale avanzata dalla Corte, riportata
da AsiaNews, riguarda irregolarità di tipo amministrativo, ma secondo alcuni sarebbe
legata alla volontà del Cremlino di portare la vasta comunità musulmana del Paese
sotto il controllo di un unico soggetto fedele allo Stato. “Si tratta di un ordine
burocratico di persone che vogliono burattini come rappresentanti dei musulmani”,
è stato l’amaro commento del fondatore del Centro, Abdul-Wahid Niyazov, che ha denunciato
anche la pressione del Servizio per la sicurezza russo e ha fatto sapere che porterà
il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo. La chiusura
del centro, invece, è stata accolta positivamente dal ‘rivale’ Muftiato di tutta la
Russia, il cui presidente, Mukhammedgali Khuzin, ha affermato che la struttura, che
ospitava mostre, conferenze stampa e seminari, era dannosa per la comunità e per il
dialogo interreligioso. Il giornalista russo esperto di religioni, Alexander Soldatov,
ha indicato tra i motivi di non gradimento del Centro da parte del Cremlino, l’organizzazione
nel novembre scorso, in occasione della festa di Eid al-Adha, di una preghiera di
massa presso la moschea centrale di Mosca. Inoltre il Centro era il maggiore promotore
della costruzione di nuove moschee nella capitale, dove ce ne sono quattro, ipotesi
osteggiata dopo gli scontri interetnici riaccesisi tra musulmani caucasici e russi
cristiani nel dicembre scorso. (R.B.)