'Con gli attacchi
di oggi a Herat-City i talebani stanno cercando di interferire con un processo di
uscita delle forze internazionali dall'Afghanistan, ma anche di pacificazione, nel
quale l'Italia, con gli altri paesi della coalizione, è fortemente impegnata'.
Lo spiega Marco Lombardi, docente di sociologia generale all’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano e coordinatore dei progetti dell’ateneo in Afghanistan.
'Noi dell'Università Cattolica - spiega Lombardi - abbiamo già compiuto sei missioni
ad Herat negli ultimi venti mesi, proprio presso il Gruppo di ricostruzione provinciale
(Prt) teatro degli attentati di oggi. Ci ha colpito molto vedere schiantate dalle
esplosioni quelle case dove abbiamo abitato per diverso tempo e dove contiamo di tornare
presto. L'attività che si svolge lì è centrale per il processo di pacificazione. Si
sapeva che ci sarebbe stato un attacco ma ciò non ha mai dissuaso i nostri militari
dall'impegno di continuare a lavorare con i civili afghani'.'Il Prt sta cercando di
far germogliare il seme della pacificazione tra gli afghani, diffondendo il germe
dello sviluppo'. Ha costruito quasi settanta scuole, perché andare a scuola oggi nel
Paese è la reazione più dirompente che si può mettere in campo contro i talebani.
Ed è la ragione per la quale noi della Cattolica lavoriamo con il Prt: loro costruiscono
le scuole e noi costruiamo i maestri'. 'Colpire il Prt di Herat - prosegue Lombardi
- è stato per i talebani una sorta di '"olpo di coda", o almeno spero. Cercano disperatamente
di interrompere quel filo forte di relazione e comunicazione che, comunque, si è instaurato
tra le forze internazionali e il popolo afghano'. 'Al presidio del Prt si succedono
ogni sei mesi truppe di diversa nazionalità' spiega ancora. 'Il loro lavoro è sempre
stato quello di costruire infrastrutture, assieme a esperti del Ministero degli affari
esteri o altri esperti come quelli dell'Università Cattolica. Un lavoro che riscuote
un grande successo. Le donne afghane si fanno visitare dai medici del Prt. Ha aiutato
a costruire l'ospedale pediatrico di Herat. Contribuisce all'attività del Burn Center
di Herat, dove sono curate le donne afghane che si danno fuoco per protesta nei confronti
delle violenze che subiscono. Quindi, il Prt è impegnato nella promozione della società
civile afghana e questo dà molto fastidio ai talebani'. 'E' fondamentale che le istituzioni
afghane prendano oramai in mano le redini del Paese' conclude il coordinatore dei
progetti dell'Università Cattolica in Afghanistan. 'Questo comporterà dei rischi.
L'affiancamento però c'è già stato e continuerà. C'è un bilanciamento tra un'assunzione
di responsabilità formale e una operativa, ma la transizione a un certo punto deve
cominciare. Certo che quanto è accaduto oggi è una pesantissima sfida'.