Vescovi Usa: la riforma economica non dimentichi i più deboli
“Il bilancio non è una questione soltanto di numeri, ma riflette i valori della nostra
nazione”: con una nuova presa di posizione, i vescovi degli Stati Uniti sono tornati
nei giorni scorsi a ribadire la necessità di non dimenticare le fasce sociali più
deboli, in relazione al dibattito sui tagli al bilancio federale. A indicare le priorità,
prima di tutto morali, per i membri del Congresso, è stato lo stesso presidente della
Conferenza episcopale (Usccb), mons. Timothy Michael Dolan. Replicando alla lettera
del presidente repubblicano della Commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti,
Paul Ryan, che assicurava l’attenzione dei deputati per le esigenze delle fasce sociali
più deboli, l’arcivescovo di New York ha voluto ricordare che “una parte significativa
del nostro dovere di pastori è di insistere affinché il grido dei poveri venga udito”
e che una nuova disciplina finanziaria “non rechi nuovi aggravi” alle persone in difficoltà”.
Mons. Dolan ha richiamato un’altra lettera a firma dei vescovi di Albany e di Stockton,
Howard James Hubbard e Stephen Edward Blaire — presidenti della Commissione per la
giustizia internazionale e la pace e della Commissione per la giustizia nazionale
e lo sviluppo umano della Usccb — inviata di recente ai membri del Senato, in cui
i vescovi chiedono “una leadership bipartisan, la definizione delle priorità e una
chiara visione morale”. Tra le questioni sociali prioritarie per i vescovi americani
vi è la condizione degli immigrati. Dalla Usccb si esorta il Congresso a lavorare
per rendere esecutiva la nuova legislazione sull’immigrazione. Il presidente della
Commissione per le migrazioni e il servizio ai rifugiati, mons. José Horacio Gómez,
ha rilevato che “la mancata attuazione della nuova legge provoca il moltiplicarsi
di regolamentazioni da parte delle autorità locali” e ha chiesto che si prevedano
norme a salvaguardia dell’unità delle famiglie degli immigrati. (L.G. – L.Z.)