2011-05-29 14:44:58

Ormai imminente l'estradizione di Mladic alla Corte penale internazionale dell'Aja


Radko Mladic dovrebbe essere estradato domani o martedì alla Corte penale internazionale dell'Aja. Lo ha riferito stamani l'agenzia turca “Anatolia”, citando il vicepresidente del tribunale. Intanto, Mladic, tramite suo figlio, ha affermato di "non avere niente a che vedere" con il massacro di 8 mila persone a Srebrenica nel 1995. Ieri, un migliaio di musulmani si sono radunati a Visegrad, nella Bosnia orientale, per ricordare le vittime uccise barbaramente dalle forze serbo-bosniache comandate da Mladic. Sulle prospettive future per la Serbia nell’area della ex Jugoslavia, Giada Aquilino ha intervistato il giornalista croato, Aldo Sinkovic:RealAudioMP3

R. - Per quanto riguarda la Serbia, certamente ha affrontato molte difficoltà: fino a poco tempo fa non si poteva uscire senza visti, il commercio era ostacolato. Per i serbi oggi si aprono le porte per un futuro un po’ più normale.

D. - Quando esplose la guerra in Croazia nel ’91 Mladic assunse il comando delle unità dell’esercito federale jugoslavo a Knin, che diventerà poi di lì a poco la capitale dei secessionisti serbi di Croazia. Di quel periodo si ricordano i pesanti bombardamenti che Mladic ordinò su Zara dalla montagna che sovrasta la città, una tattica che poi lo stesso Mladic adotterà con gli assedi di Sarajevo e Srebrenica subito dopo. Che ricordo c’è in Croazia di Mladic ora che è stato arrestato?

R. - Quel periodo è stato molto duro. La gente adesso ha preso l’arresto di Mladic come una liberazione. Per anni ha aspettato questo avvenimento e nessuno capiva perché non si riuscisse a prenderlo.

D. - C’è un episodio, per esempio nei bombardamenti di Zara o in altri momenti, che non abbandonerà mai i croati?

R. - Ci sono molti episodi, molte vittime … L’odio era tanto forte che la gente non capiva certi gesti; poteva eventualmente giustificare e trovare le scuse per altre cose ma certi avvenimenti erano molto pesanti e molto gravi. Fino ad oggi le persone non sono riuscite a dimenticare.

D. - Perché scoppiò tanta violenza, perché quella guerra? Che odio c’era?

R. - Il motivo principale era il fatto che l’esercito jugoslavo si era trovato in un certo momento in mano a persone non responsabili. Con la caduta di Tito, con la presa di potere di Milosevic che a tutti i costi voleva realizzare la grande Serbia si è cominciato a sparare sulla gente, a cacciare via le persone dalle loro case e questo naturalmente ha provocato un odio sia verso l’esercito sia verso i serbi, perché erano al comando. (bf)







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