A Napoli, un convegno su Xu Guangqi, funzionario cattolico nella Cina imperiale dei
Ming
E' stato il laico più importante nella storia della Chiesa cattolica in Cina, originario
di Shanghai, noto nelle fonti gesuitiche come “dottor Paolo”. È Xu Guangqi, funzionario
imperiale vissuto tra XVI e XVII secolo, letterato e scienziato cattolico, la cui
figura è stata al centro nei giorni scorsi di un convegno a Napoli dal titolo “Oriente
e Occidente - La via dell'intercultura”. Nei prossimi mesi la diocesi di Shanghai
ne avvierà la Causa di Beatificazione, che si affiancherà a quella del gesuita Matteo
Ricci, di cui fu amico e collaboratore. Linda Giannattasio ha chiesto al prof.Agostino Giovagnoli, docente all’Università Cattolica di Milano ed esperto
di questioni cinesi, un ritratto di Xu Guangqi:
R. - Xu Guangqi
- Paolo come si è chiamato dopo la conversione nel 1603 - è una figura di grandissimo
rilievo nella società cinese del tardo periodo Ming, quindi all’inizio del ’600. Letterato,
mandarino, funzionario del governo ad altissimo livello, è stato poi un grande studioso,
uno scienziato, un matematico, si è applicato all’agricoltura… Una personalità di
per sé straordinaria ma anche, soprattutto, un uomo di fede. Un discepolo di Matteo
Ricci di cui poi è diventato collaboratore. E’ diventato quello che è stato chiamato
un “pilastro” della Chiesa in Cina: queste grandi personalità che hanno aiutato l’evangelizzazione,
la nascita vera e propria della Chiesa, anzitutto a Shanghai che era la città di Paolo
Xu Guangqi ma poi anche in molte altre regioni della Cina del tempo.
D.
- Particolare attenzione è stata dedicata anche alla sua conversione al cristianesimo.
Che valore assume questo personaggio dal punto di vista spirituale in relazione alla
sua ispirazione religiosa?
R. – E’ una personalità indubbiamente di
grandissimo livello, anzitutto proprio sotto il profilo spirituale. Uomo di grande
umiltà, di grande devozione, ha modellato tutta la sua vita sulla fede cristiana.
E’ morto poverissimo pur essendo un funzionario del governo perché aveva donato tutto
ai poveri. Questo è un semplice piccolo esempio di qualche cosa di molto più profondo.
Il suo percorso nasce da un’inquietudine spirituale di fronte all’insufficienza della
tradizione confuciana in cui lui è nato e la scoperta del cristianesimo come la risposta
a queste domande profonde della sua vita ma anche, direi, della società del suo tempo.
Dal momento della sua conversione è diventato un propagatore del Vangelo, un difensore
della Chiesa. Per esempio, nel 1617 c’è stata una prima persecuzione contro i missionari
gesuiti e Xu Guangqi, mettendo a rischio la sua posizione ma forse anche la sua vita,
si è pubblicamente battuto in difesa dei missionari gesuiti in modo tale che dopo
alcuni anni quelli che erano stati costretti a uscire fuori dalla Cina sono potuti
rientrare.
D. - Qual è il messaggio che porta con sé questo personaggio
anche per la Cina di oggi?
R. – Che si può essere ottimi cattolici e
ottimi cittadini: l’amore per Cristo e l’amore per la propria patria si sono sposati
in un modo straordinariamente armonioso nella sua personalità. Egli ha vissuto fino
in fondo come un grande seguace di Gesù, a questo ha dedicato la sua vita e ha lavorato
fino in fondo per la sua patria e i tanti problemi della Cina del tempo che erano
problemi politici, amministrativi, ma anche sociali. In questa unità profonda del
suo spirito ha mostrato veramente alla società cinese come il cristianesimo in generale,
in particolare la Chiesa cattolica, possa dare un grande contributo per il bene non
di alcuni ma veramente di tutti. Questo è un modello che ancora oggi è molto eloquente.
(bf)