2011-05-28 14:54:09

L'Egitto riapre il valico di Rafah, tensione con Israele


Stamani è stato riaperto il valico di Rafah, che collega l’Egitto alla Striscia di Gaza. Si tratta di una riapertura su base permanente, dopo anni di restrizioni. L’iniziativa è stata voluta dal governo di transizione egiziano nell’ambito della riconciliazione tra le fazioni palestinesi di Hamas e Fatah, raggiunta proprio grazie alla mediazione del Cairo. Dal canto suo Israele ha espresso forte preoccupazione sul fronte della sicurezza. Ma come ridisegna i rapporti nella regione questa decisione? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Ennio Di Nolfo esperto di Relazioni internazionali e docente emerito all’Università di Firenze:RealAudioMP3

R. – Penso che sia soprattutto un gesto simbolico perché è vero che il valico era chiuso, ma era chiuso giuridicamente e di fatto è ben noto che, sotto il confine, era stata scavata una serie di passaggi attraverso i quali passava ogni genere di merce, ogni genere di armamento e ogni genere di persona. Però è evidente che questa manifestazione esterna di buona volontà rappresenta un segnale da parte del nuovo governo egiziano di voler favorire un colloquio meno sordo, meno negativo con i palestinesi. Non dobbiamo dimenticare che a Gaza domina ancora e dominerà probabilmente a lungo il gruppo di Hamas e che sono in corso negoziati estremamente difficili tra Hamas e Abu Mazen per trovare una composizione tra le due parti e quindi l’atteggiamento del nuovo governo egiziano è teso verosimilmente a favorire l’assicurazione di questo accordo.

D. – A proposito di Egitto, un segnale la riapertura del valico di una posizione ben precisa nel quadro della crisi mediorientale...

R. – La mia impressione è che questi gesti simbolici non rappresentino ancora una svolta di fondo della situazione locale e della situazione generale. Parliamo dell’Egitto. Non credo che un governo militare che vuole sacrificare o giustiziare o condannare Mubarak sia in grado di abbandonare radicalmente il potere nelle mani di una democrazia: sono scettico sulla formula del "risorgimento" o dell’affermazione della democrazia nel mondo arabo e penso che prima debbano essere compiuti altri passi verso la creazione di una costituzione più democratica davvero. Bisognerà vedere quale sarà il risultato dei lavori che si stanno sviluppando in questi mesi al Cairo prima di poter esprimere un giudizio radicale.

D. – Che cosa significa per Israele la riapertura del valico di Rafah?

R. – Penso che in definitiva gli israeliani possano avere soltanto vantaggi dal chiarimento di una situazione che prima era soltanto equivoca. Se è vero quello che diceva Netanyahu nel senso che gli israeliani sarebbero pronti a fare tutte le concessioni che vengono richieste dai palestinesi, tranne quella che riguarda la delineazione dei confini rispetto al 1967, mi pare che l’apertura del valico non debba provocare reazioni particolari se non magari una maggiore sorveglianza.

D. – E la riapertura vista invece da parte palestinese? Soprattutto della gente palestinese che abita a Gaza …

R. – L’apertura del valico tutto sommato decongestiona la situazione di Gaza e quindi rende meno tesa la vita dei palestinesi che abitano in questa area e pertanto rende meno complesso l’insieme della situazione. (bf)







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