Con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. João Braz de Aviz, prefetto della
Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica,
si sono conclusi ieri i lavori della 77ª Assemblea semestrale dell’Usg, l’Unione superiori
generali. Attraverso le numerosi riflessioni – riferisce l’agenzia salesiana Ans -
i superiori hanno approfondito vari percorsi teologici per rinnovare la vita consacrata.
Don Mario Aldegani, superiore dei Giuseppini del Murialdo, ha esortato i superiori
convenuti ad individuare i temi prioritari di teologia della vita consacrata apostolica
ancora da sviluppare. Successivamente, attraverso le riflessioni di fra Alvaro Rodríguez
Echeverria, dei Fratelli delle scuole cristiane, fra Mauro Jöhri, ministro generale
dei Cappuccini, e don Josep Abella, superiore generale dei Clarettiani, è stata indicata
la necessità di vivere una spiritualità rivolta sia verso Dio, sia verso gli uomini,
che sia dinamica e di presenza; è stata ribadita l’importanza della fraternità, intesa
come nucleo centrale e irrinunciabile della vita religiosa; e sono stati proposti
nuovi possibili orizzonti della missione nella vita consacrata attraverso l’integrazione
dell’esperienza concreta con la riflessione teologica. L’ultima giornata di lavori
dell’assemblea dell’Usg è stata aperta dalla relazione “Le identità attese. La vita
consacrata dinanzi alla crisi e alle aspettative della società contemporanea” del
prof. Salvatore Abbruzzese, docente di Sociologia della Religione presso l’Università
di Trento. Nella sua analisi il professore ha saputo indicare con precisione ciò che
rende la vita consacrata ancora viva e attuale, cioè, in primo luogo, il suo essere
in dissonanza con le tendenze del mondo moderno. Mentre la società moderna perde i
suoi legami naturali col territorio, le comunità religiose rappresentano oasi di memorie
e tradizioni permanenti; mentre la società della produzione continua annulla tempi
e cicli, la vita religiosa, con i suoi ritmi ben scanditi presenta un’opzione di vita
alternativa; mentre la ricerca estetica contemporanea si scinde dal desiderio di bellezza,
la dimensione religiosa custodisce il legame tra bellezza e verità. In un contesto
di secolarizzazione non più segnato dal rifiuto ideologico, ma solo da una naturale
indifferenza, la dimensione religiosa può perciò intercettare i bisogni degli uomini
e delle donne che altrove non trovano soddisfatte le proprie istanze. “La ricerca
di senso non costituisce più l’esigenza di pochi, ma comincia a diventare il desiderio
di molti” ha espresso il prof. Abbruzzese. In conclusione don Chávez, in qualità di
presidente dell’Usg, ha ringraziato tutti i partecipanti all’assemblea e ha richiamato
i concetti salienti emersi nelle 3 giornate, ricordando come la vasta riflessione
teologica prodotta non consista in una semplice speculazione teorica ma trova il suo
significato perché tocca la fecondità della vita consacrata concreta.