Il Papa alla “Caritas Internationalis”: la carità non è mera filantropia né ideologia
ma dono totale di sé sull'esempio di Cristo
Siate testimoni dell’amore di Dio, mantenendo forte il legame con il Magistero della
Chiesa: è l’esortazione di Benedetto XVI che stamani ha ricevuto in Vaticano i partecipanti
all’Assemblea generale di Caritas Internationalis, nel 60.mo di fondazione.
Il Papa ha quindi esortato i fedeli laici a promuovere i “valori non negoziabili”
con “coscienza purificata e cuore generoso”. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato
rivolto dal cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il richiamo
all’amore di Dio, il legame con la Chiesa: questa, ha sottolineato il Papa, è l’identità
e la forza di “Caritas Internationalis”. Ed ha messo l’accento sul contributo che
l’organismo offre di “una sana visione antropologica, alimentata dalla dottrina cattolica
e impegnata a difendere la dignità di ogni vita umana”:
“Without
a transcendent foundation…” “Senza un fondamento trascendente, senza
un riferimento a Dio Creatore”, ha avvertito il Pontefice, “rischiamo di cadere in
preda ad ideologie dannose”. Ed ha ribadito che a “Caritas Internationalis” “spetta
il ruolo di favorire la comunione tra la Chiesa universale e le Chiese particolari,
come pure la comunione tra tutti i fedeli nell’esercizio della carità”. Al tempo stesso,
ha proseguito, “è chiamata ad offrire il proprio contributo per portare il messaggio
della Chiesa nella vita politica e sociale sul piano internazionale”. Nella sfera
politica, ha affermato, “i fedeli, specialmente i laici, godono di un’ampia libertà
di azione”:
“No one can claim to speak ‘officially’…” “Nessuno
– ha rilevato – può, in materie aperte alla libera discussione, pretendere di parlare
‘ufficialmente’ a nome dell’intero laicato o di tutti i cattolici”. D’altro canto,
ha avvertito, “ciascun cattolico, anzi, in verità, ogni uomo, è chiamato ad agire
con coscienza purificata e con cuore generoso per promuovere in maniera decisa quei
valori che spesso ho definito come “non negoziabili”. Ecco perché “Caritas Internationalis”
è chiamata “ad operare per convertire i cuori all’apertura verso tutti”, affinché
ognuno, “nel pieno rispetto della propria libertà e nella piena assunzione delle proprie
responsabilità personali, possa agire sempre ed ovunque in favore del bene comune”,
e in particolare dei più bisognosi. Il Papa si è a lungo soffermato sull’identità
di “Caritas Internationalis”:
“Being in the heart of the Church,
being able…” “Essere nel cuore della Chiesa; essere in grado, in certo
qual modo, di parlare e agire in suo nome”, ha evidenziato, “comporta particolari
responsabilità in termini di vita cristiana, sia personale che comunitaria”. Ed ha
aggiunto: “Solo sulle basi di un quotidiano impegno ad accogliere e vivere pienamente
l’amore di Dio, si può promuovere la dignità di ogni singolo essere umano”.
“In
my first Encyclical, Deus Caritas est…” “Nella mia prima Enciclica,
‘Deus Caritas est’ – ha detto il Papa – ho voluto riaffermare quanto sia centrale
la testimonianza della carità per la Chiesa del nostro tempo”. Attraverso tale testimonianza,
“la Chiesa raggiunge milioni di uomini e donne e rende loro possibile riconoscere
e percepire l’amore di Dio, che è sempre vicino ad ogni persona che si trovi nel bisogno”.
Per noi cristiani, ha detto ancora, “Dio stesso è la fonte della carità, e la carità
è intesa non solo come una generica filantropia, ma come dono di sé, anche fino al
sacrificio della propria vita in favore degli altri, ad imitazione dell’esempio di
Gesù Cristo”:
“Caritas Internationalis differs from other social
agencies…” “Caritas Internationalis – ha osservato – è diversa da altre
agenzie sociali perché è un organismo ecclesiale, che condivide la missione della
Chiesa”. Questo, ha detto, “è ciò che i Pontefici hanno sempre voluto e questo è ciò
che la vostra Assemblea generale è chiamata a riaffermare con forza”. Ricordando che
“Caritas Internationalis” “è costituita fondamentalmente dalle varie Caritas nazionali”
che costituiscono “un aiuto privilegiato per i vescovi nel loro esercizio pastorale
della carità”, ha messo l’accento “su una speciale responsabilità ecclesiale” lasciandosi
“guidare dai Pastori della Chiesa”. Ancora, ha detto, la Santa Sede “ha il compito
di seguire la sua attività e di vigilare affinché tanto la sua azione umanitaria e
di carità, come il contenuto dei documenti diffusi, siano in piena sintonia con la
Sede Apostolica e con il Magistero della Chiesa”, e sia amministrata “in modo trasparente”.
Questa “identità distintiva”, ha concluso Benedetto XVI, “è la forza di ‘Caritas Internationalis’,
ed è ciò che rende la sua opera particolarmente efficace”.