2011-05-27 20:06:28

Dal G8 di Deauville 40 miliardi alla primavera araba e un monito a Siria e Libia a cesare la violenza contro i civili


Dal G8 di Deauville via libera al fondo per la Primavera araba che potrà contare su un totale di 40 miliardi di euro. Gli otto grandi hanno anche ribadito la condanna dell’uso della violenza contro i civili sia in Siria che in Libia. E Sarkozy e Cameron annunciano una loro imminente visita a Bengasi. Francesca Pierantozzi RealAudioMP3

Dunque, dal G8 viene un forte appoggio alla cosiddetta “primavera araba”. Ma basterà la strategia del finanziamento a garantire democrazia e stabilità in questi Paesi che escono da rivolgimenti sociali e politici epocali? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Angelo Inzoli, della rivista Popoli: RealAudioMP3

R. – La scelta che è stata fatta rimane quella classica, cioè di creare un fondo che dovrebbe essere erogato attraverso il Fondo Monetario Internazionale. Quindi è il metodo tradizionale della cooperazione e dell’aiuto allo sviluppo per i Paesi emergenti. Quello che si può dire è che forse questo stanziamento arriva in un momento in cui ancora non è stata realizzata una valutazione critica dell’efficacia degli sforzi fatti negli anni precedenti attraverso questo strumento.

D. – Quanto può servire l’esperienza recente con i fallimenti che questa procedura ha avuto, ad esempio in Afghanistan e in Iraq?

R. – Il problema di fondo è che tutte le volte che c’è questo stanziamento di risorse economiche su realtà locali che non sono affidabili, questi soldi, alla fine, non produrranno un grande risultato. Certo, oggi i grandi Paesi sono di fronte ad un grande problema di fondo: il petrolio e la necessità di risorse energetiche, garantire le risorse energetiche nei prossimi 20 anni. E’ chiaro che questa è un’area determinante per questi problemi, però, attraverso queste risorse che vengono erogate si cerca sostanzialmente di controllare questa primavera dei Paesi arabi. Io non so se ce la faranno, perché bisogna anche dire che questa primavera è arrivata senza che, in qualche modo, i grandi Paesi si rendessero conto che pochi si stavano muovendo. Quindi bisognerà vedere come, concretamente, su quali punti e quali settori verranno investiti questi soldi, chi li gestirà e ancora non sappiamo bene, all’interno dei singoli Paesi, quali sono le nuove elite politiche che si stanno costruendo. Ci sono molti problemi. La mia impressione è che attraverso questi aiuti frettolosi, senza che una valutazione del passato sia fatta e senza che ci sia ancora una chiara visione di come andranno le cose, ci sia un tentativo di influenzare politicamente il cambiamento che sta avvenendo. Chiunque andrà al potere dovrà fare i conti con il nostro aiuto. (vv)







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