Dal G8 di Deauville 40 miliardi alla primavera araba e un monito a Siria e Libia a
cesare la violenza contro i civili
Dal G8 di Deauville via libera al fondo per la Primavera araba che potrà contare su
un totale di 40 miliardi di euro. Gli otto grandi hanno anche ribadito la condanna
dell’uso della violenza contro i civili sia in Siria che in Libia. E Sarkozy e Cameron
annunciano una loro imminente visita a Bengasi. Francesca Pierantozzi
Dunque, dal
G8 viene un forte appoggio alla cosiddetta “primavera araba”. Ma basterà la strategia
del finanziamento a garantire democrazia e stabilità in questi Paesi che escono da
rivolgimenti sociali e politici epocali? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Angelo
Inzoli, della rivista Popoli:
R. – La scelta
che è stata fatta rimane quella classica, cioè di creare un fondo che dovrebbe essere
erogato attraverso il Fondo Monetario Internazionale. Quindi è il metodo tradizionale
della cooperazione e dell’aiuto allo sviluppo per i Paesi emergenti. Quello che si
può dire è che forse questo stanziamento arriva in un momento in cui ancora non è
stata realizzata una valutazione critica dell’efficacia degli sforzi fatti negli anni
precedenti attraverso questo strumento.
D. – Quanto può servire l’esperienza
recente con i fallimenti che questa procedura ha avuto, ad esempio in Afghanistan
e in Iraq?
R. – Il problema di fondo è che tutte le volte che c’è questo stanziamento
di risorse economiche su realtà locali che non sono affidabili, questi soldi, alla
fine, non produrranno un grande risultato. Certo, oggi i grandi Paesi sono di fronte
ad un grande problema di fondo: il petrolio e la necessità di risorse energetiche,
garantire le risorse energetiche nei prossimi 20 anni. E’ chiaro che questa è un’area
determinante per questi problemi, però, attraverso queste risorse che vengono erogate
si cerca sostanzialmente di controllare questa primavera dei Paesi arabi. Io non so
se ce la faranno, perché bisogna anche dire che questa primavera è arrivata senza
che, in qualche modo, i grandi Paesi si rendessero conto che pochi si stavano muovendo.
Quindi bisognerà vedere come, concretamente, su quali punti e quali settori verranno
investiti questi soldi, chi li gestirà e ancora non sappiamo bene, all’interno dei
singoli Paesi, quali sono le nuove elite politiche che si stanno costruendo. Ci sono
molti problemi. La mia impressione è che attraverso questi aiuti frettolosi, senza
che una valutazione del passato sia fatta e senza che ci sia ancora una chiara visione
di come andranno le cose, ci sia un tentativo di influenzare politicamente il cambiamento
che sta avvenendo. Chiunque andrà al potere dovrà fare i conti con il nostro aiuto.
(vv)