2011-05-27 19:44:37

Concerto in Vaticano offerto al Papa dal presidente ungherese Schmitt


“Un artista veramente europeo, uno dei maggiori pianisti di tutti i tempi”. Benedetto XVI ha parlato così di Ferenc Liszt in occasione del concerto che il presidente della Repubblica d’Ungheria Pál Schmitt ha offerto al Papa questa sera in Vaticano in occasione della Presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea e del bicentenario della nascita del compositore. Presenti vari esponenti del governo ungherese, tra i quali il premier Viktor Orban. Il servizio è di Paolo Ondarza: RealAudioMP3

Un momento in cui il cuore è stato invitato ad innalzarsi all’altezza di Dio. Benedetto XVI ha salutato così il concerto eseguito per lui dall’Orchestra Filarmonica Ungherese, dal Gruppo Corale Nazionale e dal tenore István Horváth. Ad aprire tre composizioni di Listz rielaborate dal maestro e direttore d’orchestra Zoltan Kocsis: la marcia festiva per l’anniversario della nascita di Goethe, la Valle di Obermann e l’Ave Maria, brani in cui nella loro diversità timbrica, archi, fiati, legni, ottoni, si armonizzano suscitando in chi ascolta – ha rilevato il Papa - una vasta gamma di sentimenti: dalla gioia alla festosità, dalla marcia alla pensosità, fino all’orazione.
A seguire l’esecuzione del Salmo 13 di Liszt.

“Il grande musicista ungherese l’ha più pregato che composto, o meglio l’ha pregato prima di comporlo”

Il Salmo fu infatti composto durante un periodo di intensa riflessione spirituale del compositore ungherese del 19.mo secolo che – ha ricordato il Papa – ricevette gli ordini minori. L’orante è assediato dal nemico e Dio sembra assente. La preghiera è angosciosa: “Her wie Lange? Fino a quando Signore? Ripete il Salmista in modo quasi martellante.

"Ma Dio non abbandona. Il salmista lo sa e anche Liszt, da uomo di fede, lo sa. Dall’angoscia nasce una supplica piena di fiducia che sfocia nella gioia".

La musica si trasforma, ha proseguito il Papa, in un “inno di pieno affidamento a Dio, che mai tradisce, mai si dimentica, mai ci lascia soli”.









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