“Leggere per credere”: i 10 anni della Lup evidenziano la vitalità dello strumento
libro cartaceo
Dieci anni al servizio del Vangelo e della Chiesa: questa la missione che fin dalla
sua fondazione ha svolto la Lateran University Press, la casa editrice della Pontificia
Università Lateranense che ieri ha celebrato questo importante anniversario con un
convegno dal titolo “Leggere per credere”. C’era per noi Roberta Barbi:
Mentre tutt’intorno
si assiste alla morte del libro cartaceo, ieri la Lateran University Press (Lup) ha
festeggiato i suoi primi 10 anni di vita, caratterizzati da un intenso lavoro di approfondimento
e divulgazione. Nata nel 2001 per volontà dell’allora Rettore e oggi Patriarca di
Venezia cardinale Angelo Scola, la casa editrice della Pontificia Università Lateranense
continua a raccogliere e vincere la sfida che le viene posta dalla società moderna:
educare a essere veri testimoni della fede, come spiega il Rettore dell’ateneo, mons.
Enrico Dal Covolo:
“La Lup festeggia il suo decennale.
È un’editrice molto vivace, impegnata, che ha realizzato, rispetto alle sue energie,
una straordinaria serie di pubblicazioni. Le Scritture, del resto, noi le meditiamo,
le approfondiamo e le comprendiamo, accompagnati da buoni libri che le spieghino”.
Il
libro di carta stabilisce un dialogo interiore immediato e quasi affettivo tra autore
e lettore, è un dono da condividere perché ci consente di metterci in ascolto e di
entrare in comunione con l’altro. Ancora di più, il libro religioso predispone alla
Rivelazione e diventa punto d’incontro tra Dio e l’uomo, un vero “Leggere per credere”,
come sottolinea nel suo saluto il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali, mons. Claudio Maria Celli:
“Ritengo che ancora
il libro debba e possa giocare un ruolo fondamentale. Ritengo quindi che bisogna continuare
ancora a valorizzarlo e a promuoverne la lettura. Ecco perché mi piace molto il tema
di questo minicongresso: ‘Leggere per credere’. E noi pensiamo che questo valga ancora
di più, quando un libro è un libro religioso o suscita interrogativi che toccano il
cammino più profondo dell’uomo”.
Un piacere, quello della lettura, che
deriva da un piacere ancora più antico, quello della narrazione, che ognuno di noi
impara ad apprezzare ancora prima di imparare a leggere. È allora che la storia e
il libro che la racconta diventano uno spazio di incontro tra un io e un tu che riveste
particolare importanza in un mondo invaso dalle nuove tecnologie in cui proliferano
i non luoghi che allontanano le persone tra loro, come aggiunge mons. Celli:
“È
vero che le nuove tecnologie sembrano soppiantare il libro, ritengo, però, che oggi,
proprio perché abbiamo bisogno di ritrovare degli spazi di silenzio e, quindi, spazi
di ascolto, il libro innegabilmente sia ancora una forma che favorisce questo atteggiamento.
Quando io penso a un momento tranquillo, dove posso ritrovare me stesso, penso di
avere un buon libro tra le mani. In questo caso, ad esempio, del libro religioso,
permette anche una comunione più profonda con il mio Signore”.
In questi
10 anni di vita la Lup si è prodigata per superare i confini accademici del proprio
sapere e portarlo alla conoscenza di quanti più lettori possibile. È la maggiore conquista
per la casa editrice da sei anni diretta da Marco Cardinali,
che illustra quali sono gli obiettivi per il futuro:
“Diciamo che questi
dieci anni sono stati caratterizzati naturalmente dal solito lavoro di una casa editrice
universitaria pontificia, ecclesiastica e a titolo di Università del Papa, quindi
con un’attenzione particolare a tutte le pubblicazioni e alla loro qualità. Però,
in questi ultimi anni, si è cercato anche di portare questa ricchezza al più ampio
pubblico possibile. Gli obiettivi per il futuro sono: rinforzare quelli che sono stati
gli obiettivi passati, ma anche stare attenti a ciò che il futuro ci sta mettendo
di fronte, le nuove frontiere del digitale, quindi un’attenzione particolare a questo
aspetto, senza demonizzarlo, senza abbracciarlo totalmente, senza nessun tipo di preconcetti
o comunque di studio, ma pronti ad affrontare questo tema e queste sfide”.
Ma
il decennale della Lup diventa anche un’occasione per analizzare lo stato di salute
dell’editoria religiosa e specialmente cattolica, una realtà che smentisce, con la
sua vitalità e la sua ricchezza di offerta, la crisi dell’editoria laica, come conclude
Marco Cardinali:
“La situazione è assolutamente variegata,
quindi non è possibile dare un giudizio generale. Quello che posso dire è che non
è così grave la situazione come potrebbe esserlo per l’editoria laica. Ha, dunque,
una potenzialità ancora molto forte, una potenzialità buona, che deve essere messa
a frutto, con un’attenzione da parte nostra”. (ap)