2011-05-26 15:47:00

Kenya: appello dei vescovi per la moralità dei cittadini che hanno incarichi pubblici


Tutti i cittadini che hanno incarichi pubblici devono essere moralmente irreprensibili. È quanto sottolineano i vescovi del Kenya in una nota diffusa ieri a Nairobi in merito alla prossima nomina di alcune alte cariche giurisdizionali nel Paese. Secondo i presuli, una buona preparazione accademica non è un requisito sufficiente per potere accedere ai vertici delle istituzioni giudiziarie: “La Giustizia – affermano – presuppone un ordine morale”, quindi occorre scegliere persone con “un alto profilo morale, di integrità e imparzialità”. "Abbiamo bisogno - insiste la nota ripresa dall’agenzia Cisa - di persone con una filosofia giuridica che rifletta la legge naturale, i valori religiosi e culturali africani, compreso il rispetto universale della vita, il nostro riconoscimento del benessere delle famiglie e l’apprezzamento del ruolo della religione nella vita pubblica, come in quella privata”. La dichiarazione affronta anche altri nodi critici della situazione del Paese. In particolare, i vescovi si dicono molto preoccupati dai tentativi in atto di emarginare la Chiesa dal sistema scolastico nazionale che - affermano - metterebbe a repentaglio “la formazione morale e umana della futura classe dirigente del Paese”. Essi ricordano in proposito che “la Chiesa cattolica è sempre stata al servizio di tutto il popolo e in particolare dei poveri nel campo dell’educazione”. I vescovi keniani lamentano poi l’insicurezza diffusa nel Paese, citando in particolare la situazione nella regione dei Turkana al confine con l’Etiopia, i cui abitanti sono stati di recente vittime di attacchi da parte della tribù etiopica Merille: “Queste persone sono cittadini keniani ed è compito dello stato proteggerli”, sottolinea la nota. Infine, a preoccupare i vescovi keniani è la carestia che minaccia alcune parti del Paese e il vertiginoso aumento del costo della vita, in particolare del cibo e del petrolio, che colpisce le fasce sociali più deboli. (L.Z.)







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