Il Papa a Santa Maria Maggiore per affidare l’Italia al cuore di Maria. Una preghiera
per la concordia e l’unità
Oggi pomeriggio, alle ore 17.30, Benedetto XVI presiederà la recita del Santo Rosario
nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, insieme con i vescovi italiani riuniti
in Assemblea generale. Il Papa ha accolto l’invito del cardinale Angelo Bagnasco,
presidente della Conferenza episcopale italiana. Con questo atto, nel 150.mo dell’Unità
nazionale, il Papa e la Chiesa italiana affidano l’intera nazione a Maria, invocata
con i titoli di Salus Populi Romani e di Mater Unitatis, Madre dell’Unità.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
Possa l’Italia
“godere di pace e prosperità e ritrovare nel patrimonio di tradizione e di fede cristiana
un’interiore unità”: è l’intercessione che il Papa e i vescovi italiani chiederanno
a Maria per il Paese nel 150.mo di Unità nazionale. Dinnanzi all’immagine di Maria
Salus Popoli Romani, tra le più antiche e più amate che ritraggono la Madonna, Benedetto
XVI pregherà affinché Dio, che ha costituito Maria, Madre del suo diletto Figlio,
conceda “al popolo italiano, che confida nella sua materna protezione, di godere sempre
i doni dell’unità e della pace”. Una preghiera - si legge nel Libretto dell’Ufficio
Liturgico della Cei - rivolta alla Vergine con il titolo di “Maria Unitatis”. E un’invocazione
per l’unità della nazione italiana, il Pontefice l’aveva già espressa alla Benedizione
Urbi et Orbi nel giorno di Pasqua di quest’anno:
“Il Signore Risorto
risvegli nei singoli, nelle famiglie e nelle comunità un desiderio ancor più grande
di unità e di concordia. Ponete la vostra fiducia nella forza della croce e della
risurrezione di Cristo; una forza che sostiene quanti si impegnano generosamente per
il bene comune”.
Impegno al quale “non possono sottrarsi” i cristiani
che vivono in Italia, come il Papa ha detto tante volte ed ha ribadito ultimamente
nella sua recente visita pastorale ad Aquileia:
“Raccomando anche
a voi, come alle altre Chiese che sono in Italia, l’impegno a suscitare una nuova
generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari
ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico. Esso ha più che mai bisogno
di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una ‘vita buona’ a favore
e al servizio di tutti”.
Proprio il contributo che, storicamente,
i cattolici hanno dato alla crescita dell’Italia è stato il tema chiave del messaggio
indirizzato dal Pontefice al presidente Giorgio Napolitano, lo scorso 17 marzo, in
occasione dell’anniversario di Unità nazionale. Un documento nel quale il Papa definisce
i rapporti tra Stato Italiano e Santa Sede un esempio di sana laicità. Nel Messaggio,
il Papa ribadisce inoltre che, come evidenzia il Concilio Vaticano II, Chiesa e Stato,
nei loro rispettivi ambiti, sono chiamati a collaborare per il bene della società
civile.