2011-05-25 14:53:00

Libano. La denuncia del patriarca maronita Raï: il Paese è paralizzato dai politici


I politici libanesi hanno ridotto il Paese in uno stato di paralisi, combattendosi a vicenda per “delle briciole di ministeri o posizioni”: è quanto a dichiarato il nuovo patriarca Bechara Raï ad alcune personalità venute ad incontrarlo al soglio patriarcale ieri. “La politica – ha detto il patriarca maronita ripreso dall'agenzia AsiaNews – ci ha condotto alla situazione di oggi, con una crisi di governo, economica, del turismo e del commercio, insieme a un blocco completo delle istituzioni costituzionali”. Da quattro mesi il Paese è in una situazione di stallo per la resistenza del gruppo di Hezbollah a formare un governo di unità nazionale, esigendo diversi ministeri chiave come condizione per la sua partecipazione. Hezbollah è insieme ad alcuni politici cristiani come l’ex generale Michel Aoun, in un’alleanza definita “dell’8 marzo”. Allo stesso tempo, il movimento opposto, “del 14 Marzo”, esige che Hezbollah, per partecipare la governo, deve consegnare le armi in suo possesso. Hezbollah è l’unico gruppo in Libano che ha una specie di esercito autonomo, che nelle intenzioni dei leader, serve per “la liberazione della Palestina e la guerra contro Israele”. Il patriarca ha sottolineato che tutti i libanesi, cristiani e musulmani, “custodiscono la speranza che emerga questa nazione, questo Libano-messaggio, come l’ha definito papa Giovanni Paolo II”. Il Libano – ha aggiunto – ha “una vocazione importante, quella di vivere insieme nell’uguaglianza, nel rispetto e nella partecipazione”. Bechara Rahi è tutto teso anche a far diminuire le tensioni fra i politici cristiani. Per questo lo scorso 19 aprile egli ha radunato diversi leader cristiani che militano in opposti schieramenti: Michel Aoun, del Movimento patriottico libero (vicino ad Hezbollah); Samir Geagea, delle Forze libanesi; Amin Gemayel, del partito Kataeb, Sleiman Franjieh del Marada. Nell’incontro che a suo tempo è stato definito “cordiale”, il patriarca ha messo in luce i grandi problemi che la popolazione cristiana libanese sta affrontando, fra cui l’emigrazione, la crisi economica, la presenza di cristiani nell’amministrazione, la svendita di case e terreni a non-cristiani. Un altro incontro è previsto per il 2 giugno prossimo. (R.P.)







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