Guatemala: dolore del vicario apostolico di El Peten per il massacro di 27 persone
“Esprimiamo il nostro profondo orrore e rifiuto, la nostra indignazione e vergogna
per il massacro di 27 persone nella tenuta ‘Los Cocos’ del Municipio de La Libertad,
come ultima e barbara espressione di una situazione generalizzata di violenza e insicurezza”.
E’ quanto scrive mons. Mario Fiandri, vicario apostolico di El Peten in Guatemala,
nel comunicato indirizzato a tutti i fedeli cattolici del vicariato, alle autorità
e agli uomini e alle donne di buona volontà. “Come credenti e discepoli del Dio della
Vita - aggiunge - riaffermiamo la nostra determinazione, decisa e perseverante, a
favore della vita, del rispetto della dignità di tutti gli esseri umani e del bene
comune del popolo di El Peten”. Secondo le informazioni diffuse dai mass media, il
gruppo di 27 persone stava cercando di lasciare il Guatemala alla ricerca di migliori
condizioni di vita, e sono state uccise in quanto si sono rifiutate di entrare nel
giro della criminalità organizzata. Nel testo, intitolato “Non lasciarti vincere dal
male, ma vinci il male con il bene” (Rom 12,21), di cui è pervenuta copia all’agenzia
Fides, il vescovo esprime la vicinanza al dolore delle famiglie delle vittime, assicurando
la preghiera. Il presule sottolinea che “di fronte ai continui atti di violenza che
provocano morte e dolore, la Chiesa cattolica di El Peten si sente chiamata a far
sentire la sua voce e ad intervenire con senso di responsabilità”, tenendo viva la
speranza e incoraggiando l’impegno. Mons. Fiandri presenta quindi alcune richieste,
“alla luce della nostra fede cristiana e del senso comune”. In primo luogo chiede
che le autorità compiano indagini scrupolose per catturare e assicurare alla giustizia
i responsabili di questo crimine; che lo stato di assedio nella zona, ratificato dal
Congresso, sia applicato secondo la legge; che l’Alto Commissariato Onu per i diritti
umani compia un monitoraggio su questa situazione. Inoltre il vicario apostolico invita
a non cercare “soluzioni immediate o populiste” di fronte a questa situazione complessa
e con diversi soggetti coinvolti: “l’illegalità e l’impunità, la corruzione e i politicanti,
il crimine organizzato e il narcotraffico, la violenza radicata nella storia del nostro
popolo, sono i problemi reali che bisogna affrontare, cercando soluzioni di fondo
e permanenti, attraverso il dialogo costruttivo e la partecipazione della cittadinanza”.
(A.L.)