2011-05-25 15:34:56

Convegno “Leggere per credere” per i 10 anni della Lateran University Press


“Leggere per credere”. Non è solo uno slogan che colpisce, ma un messaggio che chiarisce subito qual è l’obiettivo di esistenza della Lateran University Press (Lup) specificandone la missione ecclesiale, il titolo scelto per il convegno che si è svolto questa mattina a Roma presso la Pontificia Università Lateranense in occasione del 10° anniversario della fondazione della casa editrice dell’ateneo, fortemente voluta nel 2001 dall’allora Magnifico Rettore, oggi Patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola. Fin dall’inizio, infatti, ma ancora di più negli ultimi anni, la Lup ha lavorato alacremente per superare i confini accademici che le andavano stretti e portare, così, il proprio ricco bagaglio culturale al maggior numero di lettori possibile, grazie a pubblicazioni via via più agili e divulgative anche dal punto di vista grafico. Il convegno è stato anche un’ottima occasione per rivolgere uno sguardo più ampio all’intero panorama delle pubblicazioni cattoliche, occasione valorizzata dalla presenza del presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, mons. Claudio Maria Celli, il quale ha ricordato come il primo libro stampato dopo l’invenzione dei caratteri mobili di Gütenberg fosse la Bibbia. Già allora, quindi, si intuiva il ruolo proprio del libro religioso: quello di punto d’incontro tra l’uomo e Dio. A mettere in evidenza le criticità di cui, ancora oggi, soffre il mondo dell’editoria cattolica, ha pensato don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana che ha citato tra i problemi maggiori la distribuzione dei libri; la sempre netta separazione tra l’editoria cattolica e la grande editoria laica; la smania di inseguire gli eventi e non di precorrerli o, ancora meglio, di costruire una propria agenda e il calo dell’indice di lettura nel pubblico cattolico, per il quale auspica l’intervento della Cei. Nonostante questo, però, l’editoria religiosa produce circa quattromila nuovi titoli l’anno e il settore cresce in generale del 25%. Ottimista, sebbene i dati alla mano non siano molto confortanti, anche Roberto Righetto, caporedattore cultura del quotidiano Avvenire, che ha sottolineato come il mondo editoriale cattolico sia ormai giunto a un elevato gradi di maturazione culturale e commerciale, tanto da essersi riuscito a ritagliare una fetta pari al 13% del mercato (con ben 350 editori attivi) in un Paese, l’Italia, che registra il più basso indice di lettura in Europa, dove i lettori forti stanno scomparendo e dove il 30% della popolazione dichiara di non leggere “perché si annoia”. Il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, ha invece effettuato un’attenta disamina sullo stato di salute della stampa cattolica non vaticana, mettendone in luce la vivacità ma, purtroppo, anche la scarsa conoscenza delle testate che la compongono al di fuori del pubblico cattolico. Infine, il direttore, da sei anni a questa parte, della Lup, Marco Cardinali, ha richiamato nel suo intervento la realtà di “capax Dei” posseduta dall’uomo che legge: l’unico che sa incontrare Dio nella lettura, specie in quella religiosa. Sulla stessa linea anche il Magnifico Rettore della Lateranense, mons. Enrico Maria Dal Covolo, che ha ricordato come i festeggiamenti per i 10 anni della Lup cadano mentre tutto intorno si celebra la morte del libro cartaceo e ha sottolineato l’urgenza della sfida educativa che l’editoria cattolica deve raccogliere per essere sempre efficace testimone della fede nella società moderna. (Dalla Lateranense, Roberta Barbi)







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