Assemblea dei vescovi italiani: centrale nel dibattito la questione della famiglia
“La fede incrollabile nella presenza di Dio nella storia” e “la viva coscienza della
missione della Chiesa”. E’ partendo dal pensiero di San Gregorio VII, la cui memoria
ricorre oggi, che il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi,
ha sottolineato la necessità di un “rinnovamento della comunione ecclesiale“. Nella
Santa Messa nella Basilica di San Pietro, che ha aperto i lavori della terza giornata
dell’Assemblea Generale della Cei, il porporato ha ribadito che “un episcopato più
unito è anche un episcopato più credibile”. Gli orientamenti pastorali: “Educare alla
vita buona del Vangelo” sono stati al centro della conferenza stampa, in mattinata,
nell'atrio dell'Aula Paolo VI in Vaticano tenuta da mons. Marcello Semeraro,
vescovo di Albano e presidente della Commissione Episcopale per la dottrina della
fede, l'annuncio e la catechesi. Massimiliano Menichetti:
L’apertura
alla vita è un punto imprescindibile per poter poi parlare di sfide che riguardano
l’educazione, l’accoglienza. Così in sintesi mons. Marcello Semeraro che ha
tenuto la conferenza stampa del terzo giorno di lavori dell’Assemblea Generale
della Cei. Architrave del suo intervento, la trasmissione della fede, l’incontro con
Cristo. “Attraverso l’annuncio e la testimonianza - ha detto - si arriva all’incontro
con il Signore” e citando l’enciclica di Benedetto XVI Caritas in Veritate ha rimarcato:
“La
fede come trasmissione e comunicazione di verità, quindi l’elemento dottrinale della
fede, ma anche la fede come fede vissuta, incarnata e testimoniata nello stile di
una figura cristiana”.
Centrale nel dibattito di questi giorni il ruolo
e la condizione delle famiglie:
"Il tema della famiglia è unanimemente
riconosciuto come il tema emergente. Ovviamente noi parliamo della famiglia cristiana,
soggetto d’introduzione alla fede e di accompagnamento, però anche loro vivono in
affanno”. Molte le problematiche che i vescovi stanno affrontando:
dal ruolo dei nonni, dei padrini e madrine chiamati a trasmettere la fede, sostenendo
le famiglie spesso schiacciate da impegni lavorativi; alle frontiere delle parrocchie,
chiamate a rispondere ai cosiddetti ricomincianti, ovvero persone adulte che ritornano
alla fede - e che non devono essere deluse nel desiderio del cuore - ai catecumeni:
“Sono adulti che domandano di diventare cristiani, il 50%
di questi che domandano il battesimo, non sono più immigrati, sono ormai nativi”.
Tra
le domande anche quella della sfida politica dei cattolici che mons. Semeraro ha rimandato
ad altro momento, pur indicando sempre nella parrocchia quel crogiuolo in cui la formazione
cristiana costruisce e determina i valori dell’essere umano. (ma)