Oltre 50 mila persone in fuga da Abyei, la città contesa tra il Nord e il Sud Sudan
“Abyei è una città morta: tutti gli abitanti sono fuggiti”, l’allarme è lanciato,
attraverso l'agenzia Fides, dal parroco locale, anche lui evacuato al momento della
conquista della città da parte delle forze del Nord Sudan, sabato scorso. “Secondo
un comunicato dell’Onu, sono circa 50mila gli sfollati dall’area, tra Abyei città
e i villaggi circostanti. È un disastro umanitario, perché queste persone sono senza
assistenza - dice il sacerdote -. Le forze del Nord hanno conquistato Abyei dopo averla
bombardata per due giorni con armi pesanti”. L’occupazione di Abyei da parte delle
truppe di Khartoum è stata condannata dall’Unione Europea e dal Consiglio di Sicurezza
dell’Onu che ha chiesto al governo sudanese il ritiro immediato delle sue truppe dall’area.
Dal canto loro, le autorità di Khartoum hanno affermato di essere intervenute in risposta
all’agguato ad un loro convoglio militare da parte dell’esercito del Sud Sudan (Sudan
People's Liberation Army) che ha provocato diverse vittime. Abyei, ricca di petrolio,
è contesa tra Nord e Sud Sudan, oltre ad essere zona di pascolo per alcune tribù nomadi
che vivono tra nord e sud. In base all’Accordo Comprensivo di Pace (Cpa), firmato
a Nairobi nel 2005 dal governo centrale di Khartoum e dagli allora guerriglieri dell’Spla,
il destino dell’area di Abyei avrebbe dovuto essere deciso da un referendum da tenersi
contestualmente a quello sull’indipendenza del Sud Sudan, che si è svolto nel gennaio
di quest’anno e ha visto la netta prevalenza dei fautori dell’indipendenza. Il referendum
relativo ad Abyei è però saltato per le divergenze sul diritto al voto dei numerosi
nomadi che risiedono nell’area in determinati periodi dell’anno. Il parroco di Abyei
spiega inoltre di aver contattato alcuni parrocchiani, i quali gli “hanno riferito
che gli sfollati si stanno dirigendo, sotto una pioggia molto forte, da Agok a Turalei”.
“Queste persone – riferisce il sacerdote - sono abbandonate a sé stesse, nessuno le
sta aiutando, anche perché il personale delle Organizzazioni non governative presenti
nella zona è bloccato nella città di Abyei, dalle forze Unmis (la missione dell’Onu
in Sudan) che impediscono loro i movimenti probabilmente per questioni di sicurezza”.
Secondo fonti dell’Onu ad Abyei diversi edifici sono stati saccheggiati e dati alle
fiamme. L’Onu ha chiesto all’esercito di Khartoum, in quanto forza occupante, di garantire
l’ordine nell’area. Barnaba Marial Benjamin, Ministro dell’Informazione e portavoce
del governo del Sud Sudan, ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire
per imporre il ritiro immediato delle truppe del nord dalla regione. Il Presidente
sudanese Omar Hassan al-Bashir si è detto disponibile a trovare una soluzione pacifica
alla crisi scoppiata. Ma al momento Nord e sud Sudan si accusano ancora reciprocamente
di aver aperto per primi il fuoco. (M.G.)