India: passi avanti per una nuova legge che tutela le minoranze cristiane
Il National Advisory Council indiano (Nac) ha approvato una legge che permette al
governo centrale di intervenire nei casi di violenza interreligiosa o aggressioni
mirate verso gruppi sociali ed etnie. La ratifica del testo in parlamento è in programma
per il 27 maggio. La legge permette al governo di dichiarare “disturbi interni” ogni
caso di violenza interreligiosa e agire di conseguenza in base alla situazione e
alle circostanze, senza dover attendere, come ora, le mosse del singolo Stato. La
legge prevede inoltre l’istituzione di un’autorità nazionale dotata di potere e autorità
a livello dei singoli Stati che curino l’applicazione del provvedimento. L’Autorità
nazionale sarà un corpo di sette membri, in cui saranno presenti quattro membri dei
gruppi delle minoranze, metà dei quali donne. I funzionari locali e gli enti statali
e centrali dovranno condividere con l’Autorità creata dalla legge le informazioni
relative alla violenza interreligiosa. Nel caso di coinvolgimento di personale delle
forze armate, l’Autorità ne tratterà solamente con il governo centrale. Per mons.
Peter Machado, vescovo di Belgaum, nello Stato di Karnataka, “Il provvedimento è un
passo avanti per la protezione delle minoranze in India”. Il presule afferma all’agenzia
Fides che “con tale strumento legislativo avremo un preciso testo di legge cui appellarci
in casi di violenza anticristiana. Esistono già in India diverse Commissioni per i
diritti umani e le minoranze, ma finora le loro prese di posizione e gli appelli verbali
non sono serviti a frenare la violenza. Oggi ci aspettiamo che questa legga sia approvata
e poi – soprattutto – che sia applicata. Speriamo che questa legge impedisca tali
dinamiche e serva a tutelare sempre meglio le minoranze religiose in India”. Parlando
a Fides, padre Charles Irudayam, segretario della Commissione “Giustizia e Pace” dei
vescovi indiani rimarca: “E’ indispensabile che vi sia la volontà politica del governo
federale per bloccare la violenza e tutelare i diritti delle minoranze. Questa legge
è un passo in questa direzione. Speriamo ne seguano presto altri”. In un’intervista
all'agenzia AsiaNews, padre Babu Joseph, portavoce della Conferenza dei vescovi cattolici
dell’India (Cbci) ha espresso la sua soddisfazione: “Rincuora sapere che il Nac, dopo
aver sviluppato un ampio raggio di consultazioni ha dato il via libera al Communal
Violence Bill. Se sarà approvato dal Parlamento, e diventerà legge del Paese, avrà
effetti di lungo raggio sulla violenza interreligiosa che è stata una piaga dell’India
indipendente. La nuova legge – prosegue il religioso - potrà rendere l’esecutivo più
affidabile e rapido nell’agire e servirà da deterrente forte verso coloro che prosperano
eccitando alla violenza in nome di religione, casta e linguaggio”. AsiaNews
ha raccolto anche il parere del direttore di “Prashant”, il Centro dei Gesuiti per
i diritti umani, giustizia e pace, padre Cedric Prakash: “Anche se ci sono certamente
dubbi e lacune nel progetto di legge approvato dal National Advisory board, complessivamente
bisogna accoglierlo favorevolmente. E’ qualche cosa per cui molti di noi si sono battuti,
specialmente dopo i massacri del Gujarat. Quello di cui ora c’è bisogno della volontà
politica di applicarlo – conclude il Gesuita -. Altrimenti diventerà un’altra tigre
senza denti. Ma spero che finalmente la violenza interreligiosa nel Paese sarà posta
sotto controllo, specialmente quella sponsorizzata dagli Stati”. (M.G.)