Rapporto Istat: un italiano su 4 è povero, tanti giovani senza futuro, famiglie in
difficoltà
In Italia circa un quarto della popolazione è a rischio povertà. Lo afferma il Rapporto
annuale dell’Istat (Istituto nazionale di statistica), relativo al 2010, che è stato
presentato stamattina alla Camera dei Deputati. Dal documento emerge che le persone
più vulnerabili sono gli anziani, i giovani e i nuclei familiari, soprattutto nel
Mezzogiorno. Alla presentazione dello studio c’era per noi Eugenio Bonanata:
In Italia prosegue
la ripresa economica, ma il tasso di crescita è troppo lento rispetto agli altri vicini
europei, per questo il Rapporto parla di “vulnerabilità” del sistema-Paese. La disoccupazione
resta elevata: più 8,1 per cento nel 2010, con oltre due milioni di persone coinvolte,
il livello più alto dal 2002. Il documento sottolinea, ancora una volta, l’emergenza
giovani: circa 500 mila hanno perso il posto di lavoro in due anni, tra di loro una
quota sempre maggiore non cerca più un impiego e non investe più nella formazione
- specie quella universitaria - con conseguenze che si ripercuotono sulla qualità
dell’occupazione e sui livelli di reddito. Tra il 2008 e il 2010 il numero di occupati
è diminuito di oltre 530 mila unità, soprattutto sul versante dei contratti a tempo
indeterminato: nella metà di casi si tratta di persone residenti nel Mezzogiorno,
che si conferma l’area critica del Paese. Enrico Giovannini, presidente dell’Istat:
“Il
Mezzogiorno deve recuperare quei segnali di crescita, anche imprenditoriale, che c’erano
prima della crisi e deve riuscire a sfruttare tutte le opportunità che ci sono, e
soprattutto la politica, ma anche l’economia e la società stessa devono concentrarsi
su quest’area in modo da utilizzarla proprio come trampolino di lancio per aumentare
il tasso di crescita dell’economia”.
Ad impedire la degenerazione del quadro
sociale italiano sono state le famiglie, che - al pari della cassa integrazione -
hanno svolto un ruolo prezioso sul fronte dell’assistenza, sia dei giovani che degli
adulti con figli. Ormai, però, la crisi ha colpito in modo drastico le famiglie: quasi
una su 5 è a rischio povertà, a fronte di un sostegno pubblico che si fa sempre meno
diffuso soprattutto a sud. Ancora Giovannini:
“La crisi economica ha colpito
i giovani, ma molti dei giovani che hanno perso il lavoro vivevano nella famiglia
di origine e quindi in qualche modo sono stati protetti dalla famiglia. Si vede, però,
uno stress forte delle reti di aiuto che vanno soprattutto ad aiutare i bambini, meno
gli anziani, meno in particolare gli ultraottantenni, e quindi c’è il rischio di una
maggiore vulnerabilità proprio degli anziani che non sono aiutati a sufficienza né
dalle strutture pubbliche, né dalle reti familiari di aiuto”.
Nel segnalare
il rischio derivante dal taglio al bilancio dei comuni, il presidente dell’Istat ha
consegnato un messaggio chiaro alle istituzioni, rappresentate in sala dal capo dello
Stato, Giorgio Napolitano, dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, e da alcuni
ministri:
“La produttività non si fa in Parlamento, non si fa necessariamente
a Palazzo Chigi, ma si fa sui luoghi di lavoro. La mia impressione è che ci siamo
un po’ seduti, pensando di avere tutto il tempo a disposizione poi per recuperare
il terreno perduto. In un mondo globalizzato, con nuovi operatori che invece riescono
a sfruttare tutte le opportunità, che altri lasciano libere, non possiamo perdere
tempo! In questo senso, a tutti i livelli, dobbiamo accelerare questa aumento di innovazione
e di produttività, altrimenti il sistema da solo non cresce”. (mg)