Progetto di legge sulla bioetica in Francia: intervento del cardinale Vingt-Trois
Dalle risposte che si daranno oggi al progetto di legge in materia di bioetica “dipende
il tipo di società che stiamo preparando ai nostri figli e verso la quale ci stiamo
incamminando”. E’ una nota carica di preoccupazione quella diffusa oggi dalla Conferenza
episcopale francese e firmata personalmente dal suo presidente, cardinale André Vingt-Trois
che proprio oggi ha tenuto a Parigi una conferenza stampa alla vigilia della ripresa
della discussione e del voto, il 25 e 26 maggio, da parte dell’Assemblée nationale,
del progetto di legge in materia di bioetica. “Che posto avranno i più deboli e i
più vulnerabili? – chiede il cardinale -. Il rispetto incondizionato per l’essere
umano vale molto di più di ogni abdicazione poco riflettuta e poco coraggiosa che
fa indietreggiare la nostra civiltà portandola verso scelte estreme”. “Purtroppo –
argomenta l’arcivescovo di Parigi – se le modifiche introdotte nel progetto di legge
dal Senato fossero adottate dall’Assemblea nazionale, un certo concetto dell’essere
umano sarebbe gravemente compromesso”. Ciò che preoccupa l’episcopato francese –
riferisce il Sir - è innanzitutto la rimozione del divieto di ricerca sull’embrione
perché apre “il campo – si legge nella nota – ad una strumentalizzazione dell’essere
umano, nel momento in cui la Commissione europea sta lavorando alla protezione degli
embrioni degli animali. E tutto ciò costituisce un terribile paradosso”. Altro paradosso
da considerare, prosegue il cardinale Vingt-Trois, è che si sono oggi registrati risultati
scientifici importanti che dovrebbero piuttosto “stimolare la ricerca verso altre
piste”. Altra preoccupazione espressa dall’arcivescovo è relativa alla approvazione
giuridica della diagnosi prenatale in quanto – ha affermato - “ci condurrebbe inevitabilmente
ad un eugenismo di Stato. Quale messaggio daremo alle persone con handicap che in
linea di principio affermano voler rispettare e integrare nella società? Quale segnale
daremmo ai loro familiari? Avremmo forse il coraggio di dire loro che la soluzione
ideale sarebbe stata quella di non aver fatto mai nascere i loro figli?”.