Pakistan. La testimonianza di un sacerdote cattolico: “Il Paese è in mano ai talebani”
“L’estremismo prende piede senza che vi siano forze capaci di fermarlo” e le minoranze
religiose, tra cui i cristiani, si trovano “annichilite e ridotte al silenzio”, anche
se “in questo momento non sono il bersaglio preferito né significativo: lo sono, invece,
i militari, le sedi del governo e gli uffici Nato”. È la drammatica testimonianza
dal Pakistan di un sacerdote cattolico che vive a Faisalabad, padre Bonnie Mendes,
che ha commentato alla Fides la situazione del Paese all’indomani del grave attacco
a Karachi, dove i gruppi talebani hanno attaccato una base militare uccidendo 22 persone
e prendendone molte in ostaggio. “Il Pakistan è ormai in mano ai talebani – ha proseguito
– anche dopo la morte di Bin Laden sono divenuti sempre più forti e godono del consenso
di buona parte dei cittadini. I gruppi non si sono scoraggiati o sfiduciati, anzi,
hanno voluto dare una prova della loro forza e compattezza”. “I cittadini criticano
l’atteggiamento del governo verso gli Usa, verso la Nato e verso l’intervento in Afghanistan
affermando che la strategia si è rivelata fallimentare”, ha aggiunto padre Mendes.
L’impressione, conclude il religioso, è che “non si riuscirà a fermarli se il consenso
popolare che hanno crescerà e si dovrà, invece, cercare di dialogare con loro”. (R.B.)