"Scienza e Vita", presentato il manifesto associativo
“Senza la certezza della bontà della vita, senza la cura di ogni vita umana viene
a mancare il presupposto che unisce la società e garantisce il bene comune”. Lo ha
detto il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, intervenuto a Roma
al nono incontro nazionale delle associazioni locali di "Scienza e Vita."Durante i
lavori dell'assemblea, che si sono conclusi ieri, è stato anche presentato il manifesto
associativo “Scienza e cura della vita, educazione alla democrazia”. Il servizio di
Paolo Ondarza:
La democrazia
si fonda sul riconoscimento dei diritti inviolabili di ogni individuo, indipendentemente
dalla sua condizione esistenziale. Parte da qui il manifesto associativo di Scienza
e Vita: un testo per ribadire la centralità della tutela della vita che, anche quando
malata o diversamente abile, costituisce il fondamento della democrazia. “Non tutte
le malattie sono guaribili, eppure – rileva il documento – ogni persona malata o in
condizioni di grave fragilità è curabile”. “Nella relazione di cura l’arte tecnica
si coniuga con la morale, la libertà con la responsabilità”. Invece oggi libertà è
spesso intesa come diritto ad appagare ogni desiderio individuale, quindi anche a
scegliere quando e come darsi o togliersi la vita: a questo politeismo etico occorre
rispondere – secondo il manifesto - ribadendo la non negoziabilità della vita e dimostrando
che esiste una concordanza tra scienza, etica e antropologia. Il segretario generale
Cei, mons. Mariano Crociata:
“La tutela della vita e della
persona non devono mai venir meno e rappresentano il criterio ultimo per valutare
ogni intervento legislativo in materia”.
Ed è anche guardando al dibattito
parlamentare sul “fine vita” che è stato elaborato il Manifesto. Lo spiega il presidente
nazionale di Scienza e Vita, Lucio Romano:
“Il
manifesto ha lo scopo, appunto, di contribuire a questa dialettica che molte volte
è squisitamente ideologizzata”.
Il manifesto di Scienza e Vita è una
risposta puntuale e argomentata alle istanze bioetiche e biopolitiche più attuali
nella certezza che democrazia è anche tutela del principio di uguaglianza in cura
e assistenza, senza abbandoni ne accanimenti. Ne è sempre stato convinto mons. Elio
Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita al quale è stato
conferito il primo premio internazionale Scienza e Vita. “Un maestro e pioniere della
riflessione ecclesiastica su queste tematiche”, ha commentato mons. Crociata, mentre
Lucio Romano ha definito - mons. Sgreccia - un autorevole riferimento
della scuola bioetica di ispirazione personalista:
“Esprimiamo
la più viva gratitudine per l’impegno che lui profonde e per il magistero accademico
che ci ha offre”.
A chiudere i lavori di queste due giornate infine
nella tarda mattinata di l’Assemblea generale dell’Associazione Scienza e Vita, occasione
per un bilancio per l’attività svolta finora e per riflettere su tutte quelle situazioni
in cui oggi il valore della vita è minacciato o messo in discussione.