2011-05-21 15:54:57

Spagna, vigilia elettorale tesa per la protesta degli "indignados"


Messaggio dei vescovi spagnoli in vista delle amministrative di domani, mentre nel Paese prosegue la protesta degli “indignados”. I giovani disoccupati hanno deciso di prolungare la loro protesta in piazza contro i due principali schieramenti politici per denunciare la mancanza di prospettive e la massiccia disoccupazione Il servizio è di Michela Coricelli:RealAudioMP3

Tende, teli di plastica stesi a terra, sacchi a pelo. E striscioni: ovunque. E’ una giornata di riflessione molto particolare, oggi in Spagna. Nonostante il divieto di manifestazione imposto dalla Commissione elettorale centrale, migliaia di giovani affollano Puerta del Sol, epicentro della rivolta degli “indignati”: un movimento spontaneo sorto appena una settimana fa contro il sistema politico spagnolo, il bipartitismo, la corruzione, i tagli alla spesa pubblica, e soprattutto contro la disoccupazione. Anche nel resto del Paese, la protesta cresce: nelle piazze di Barcellona, Valencia, Siviglia, stesse scene, stessa indignazione. La polizia ha ricevuto l’ordine di non intervenire con la forza, a meno che non vi siano incidenti. Al “Movimento del 15 Maggio” ha fatto un riferimento anche il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale: “Se c’è un argomento di straordinaria attualità – e penso ai giovani di Puerta del Sol – questo è: il problema dell’amore umano”, ha dichiarato. Le amministrative e regionali di domani sono considerate una prova del fuoco per i socialisti di Zapatero: i sondaggi prevedono un crollo di voti, anche nelle regioni tradizionalmente legate alla sinistra. Bisognerà aspettare i dati sulla partecipazione, per capire se il Movimento degli Indignati ha influenzato questo appuntamento elettorale.

In merito al peso sulla situazione spagnola del movimento giovanile degli “indignados”, protagonista della protesta in atto nel Paese, Stefano Leszczynski intervistato Antonio Pelayo, corrispondente dell’emittente televisiva Antenna Tres:RealAudioMP3

R. - Intanto, è un movimento molto giovane, recente: si chiama “15 maggio” proprio perché è nato il 15 maggio prima a Madrid e poi in altre città della Spagna. Secondo me, è un fenomeno molto più complesso di quello che può sembrare e che bisogna cercare di comprendere quale ne sia l’origine, quale sarà il suo probabile sviluppo e quali saranno anche gli eventuali leader, perché finora non ci sono, ma ci saranno.

D. - Il fatto che loro si definiscano “lontani dai partiti attuali” potrebbe, in qualche modo, influenzare l’andamento delle elezioni? Fino a pochi giorni fa, loro sostenevano il non voto come voto di protesta…

R. - Io penso di no. Penso che qualche influsso ci sarà, ma in una scala molto, molto moderata e molto piccola: forse aumenterà il numero di astensionisti, che era già previsto fosse alto.

D. - Tra le proposte che gli “indignados” avanzano, oltre alla riforma etica e a una maggiore attenzione alla giustizia, c’è anche il desiderio di voler scindere la questione relativa alla Chiesa e allo Stato, tenendoli strettamente separati. Questo, in una società come quella spagnola, come viene accolto?

R. - In tutte queste istruzioni non c’è alcun attacco alla Chiesa, alcun attacco alla religione, come è avvenuto alcuni mesi fa a Madrid e in altre città. C’è soltanto una indicazione di separazione tra Chiesa e Stato… Io credo che questo, che è un gruppo abbastanza giovane e con una esperienza religiosa minima se non addirittura inesistente, è probabile che sia favorevole a una separazione laicista fra la Chiesa e lo Stato. (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.