Oltre 20 anni di impegno delle istituzioni sanitarie cattoliche nell’assistenza alle
vittime dell’Aids
“In molte regioni dell’Africa subsahariana, in particolare nelle zone più remote e
dove il reddito medio è particolarmente basso, gli unici a fornire le terapie antiretrovirali
e ad intervenire in favore delle vittime indirette sono proprio i dispensari ed i
presidi medici appartenenti a Congregazioni, Ordini ed Istituti religiosi nonché ad
alcune ong di matrice cristiana”: lo sottolinea mons. José L. Redrado Marchite, Segretario
del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ricordando l’impegno pastorale
profuso, sin dalla sua stessa istituzione, dal Pontificio Consiglio nella lotta all’Hiv-Aids,
nell’assistenza e nel sostegno alle vittime, soprattutto alle vedove e agli orfani.
Al tema “La centralità della cura della persona nella prevenzione e nel trattamento
della malattia da Hiv-Aids” - riferisce l'agenzia Fides - è dedicato il Convegno internazionale
di studio che si terrà a Roma, il 27 e 28 maggio, organizzato dalla Fondazione “Il
Buon Samaritano” che, istituita nel 2004 dal Beato Giovanni Paolo II, fa capo al Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari. “Il Convegno è indirizzato – spiega mons. Redrado
Marchite - ad individuare percorsi medico-scientifici, educativi ed assistenziali,
capaci di stimolare le sinergie tra le evidenze medico-scientifiche, gli aspetti di
umanizzazione e di equità e gli orientamenti magisteriali e pastorali che devono guidare
la cura della persona malata. Beneficeremo di relatori di alto spessore umano, medico-scientifico
e socio-pastorale che aiuteranno i convegnisti a cercare e trovare risposte concrete
all’incessante bisogno di cura dei malati di Hiv-Aids”. (R.P.)