Il testo integrale del collegamento del Papa con gli astronauti dell'Iss
Cari astronauti,
sono molto lieto di avere questa straordinaria
possibilità di una conversazione con voi durante la vostra missione. Sono particolarmente
grato di potermi rivolgere a così tanti di voi, data la presenza contemporanea in
questo momento di due equipaggi sulla Stazione Spaziale. L’umanità vive un periodo
di rapidissimo progresso delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecniche.
In certo senso voi siete i nostri rappresentanti - la punta avanzata dell’umanità
che esplora nuovi spazi e nuove possibilità per il nostro avvenire, andando aldilà
dei limiti delle nostre esperienze quotidiane. Tutti ammiriamo il vostro coraggio,
la disciplina e l’impegno con cui vi siete preparati per questa missione. Noi siamo
convinti che siete animati da nobili ideali e che volete mettere i frutti delle vostre
ricerche e delle vostre imprese a disposizione di tutta l’umanità e per il bene comune.
Questa conversazione mi dà quindi modo di esprimere anch’io la mia ammirazione e il
mio apprezzamento per voi e tutti quelli che collaborano a rendere possibile la vostra
impresa e di incoraggiarvi cordialmente nel portarla a compimento con sicurezza e
successo.
Ma questa deve essere una conversazione, perciò non
devo essere solo io a parlare. Anzi sono molto interessato a sentire da voi le vostre
esperienze e le vostre riflessioni. Permettetemi quindi di rivolgervi alcune domande:
D.
– Dalla Stazione Spaziale vedete la nostra Terra da una prospettiva molto diversa.
Sorvolate continenti e popoli diversi molte volte al giorno. Credo che per voi sia
evidente che viviamo tutti insieme su una sola Terra e che è assurdo combattersi e
uccidersi fra noi. So che la moglie di Mark Kelly è stata vittima di un grave attentato
e spero che la sua salute continui a migliorare. Contemplando dall’alto la Terra,
quali considerazioni fate dunque sul modo in cui le nazioni e i popoli vivono insieme
quaggiù, o su come la scienza può contribuire alla causa della pace?
R.
– (Mark Kelly, Usa) Well, thank you for the kind words, Your Holiness, and … Grazie,
Santità, per le sue parole gentili e grazie per avere ricordato mia moglie Gabby.
La sua è una domanda interessante. Infatti, noi voliamo sul mondo e non vediamo confini,
ma allo stesso tempo ci rendiamo conto del fatto che i popoli si combattono, che c’è
tanta violenza in questo mondo e questo è veramente una disgrazia. In genere, i popoli
si combattono per ragioni diverse. Lo vediamo oggi nel Medio Oriente: in parte ne
va della democrazia, ma normalmente i popoli lottano per le risorse. E’ interessante
quello che accade nello spazio: sulla Terra, infatti, spesso si lotta per l’energia;
nello spazio, utilizziamo l’energia solare e sulla Stazione spaziale abbiamo riserve
energetiche. Vede, la scienza e la tecnologia applicate alla Stazione spaziale per
sviluppare il potenziale di energia solare ci rifornisce in realtà di una quantità
pressoché illimitata di energia. Ecco, se queste tecnologie fossero maggiormente utilizzate
sulla Terra, probabilmente si potrebbe ridurre anche la violenza.
D.
– Uno dei temi su cui ritorno spesso nei miei discorsi è quello della responsabilità
che tutti abbiamo per l’avvenire del nostro Pianeta. Ricordo che vi sono seri rischi
per l’ambiente e per la sopravvivenza delle future generazioni. Gli scienziati ci
invitano alla prudenza, e dal punto di vista etico dobbiamo far crescere le nostre
coscienze. Dal vostro punto straordinario di osservazione come vedete la situazione
della Terra? Vedete dei segni o dei fenomeni a cui dobbiamo essere più attenti?
R.
– (Ron Garan, Usa) Well, Your Holiness, it’s a great honour to speak with you … Santità,
è un grande onore parlare con lei. Ha ragione: quello che abbiamo da qui è veramente
un punto di vista straordinario. Da un lato, vediamo quanto indescrivibilmente bello
sia il pianeta che ci è stato dato; dall’altro, possiamo vedere quanto in realtà sia
fragile. Prendiamo, ad esempio, l’atmosfera: vista dallo spazio, essa è fina come
un foglio di carta, e il pensiero che questo strato fino come un foglio di carta sia
tutto quello che separa qualsiasi essere vivente dal vuoto dello spazio, e che sia
tutto quello che ci protegge, è un pensiero che fa riflettere. Vede, a noi sembra
incredibile vedere la Terra appesa nel nero dello spazio e pensare che noi ci troviamo
lì, tutti insieme, nella corsa di questa fragile oasi attraverso l’universo … Ecco,
ci ricolma di grande speranza il pensiero di trovarci tutti insieme a bordo di questa
incredibile Stazione spaziale orbitante, realizzata da tanti Paesi in collaborazione
internazionale, per svolgere questa grandiosa impresa in orbita … Vede, questo dimostra
che lavorando insieme, collaborando, possiamo superare molti dei problemi che il pianeta
si trova ad affrontare, potremmo risolvere molte delle sfide poste agli abitanti del
nostro pianeta, che è veramente un bellissimo luogo in cui vivere e lavorare, e questo
[nel quale ci troviamo] è un luogo incredibile per ammirare la nostra bella Terra!
D.
– L’esperienza che state facendo ora è straordinaria e importantissima, ma poi tornerete
su questa Terra come tutti noi. Quando tornerete sarete guardati con ammirazione,
sarete trattati come degli eroi e parlerete con grande autorità. Vi inviteranno a
parlare delle vostre esperienze. Quali saranno i messaggi più importanti che vorreste
poter indirizzare, soprattutto ai giovani, che vivranno in un mondo profondamente
segnato dalle vostre esperienze e dalle vostre scoperte?
R. – (Mike
Finchke, Usa) Your Holiness, as my colleagues have indicated, … Santità,
come hanno detto i miei colleghi, noi possiamo guardare in basso ed ammirare quello
splendido pianeta Terra che ha fatto Dio, che è il più bel pianeta nell’intero sistema
solare. Però, se alziamo lo sguardo, vediamo il resto dell’universo, e l’universo
è lì per essere esplorato da noi. E la Stazione spaziale internazionale è solamente
un simbolo, un esempio di quello che gli esseri umani possono fare quando lavorano
insieme in termini costruttivi. Quindi il nostro messaggio – uno dei nostri messaggi,
ma credo il più importante – è che dobbiamo far sapere ai figli, ai giovani di questo
pianeta che intorno a noi c’è tutto un universo da esplorare. E che se lo facciamo
insieme, non c’è nulla che non possiamo ottenere!
D. – L’esplorazione
dello spazio è un’avventura scientifica affascinante. So infatti che in questi giorni
installate nuovi strumenti per la ricerca scientifica e lo studio delle radiazioni
che giungono dagli spazi più lontani. Ma credo che sia anche un’avventura dello spirito
umano, uno stimolo potente a riflettere sull’origine e sul destino dell’universo e
dell’umanità. I credenti guardando spesso verso gli spazi sconfinati, meditando sul
Creatore di tutto ciò, e sono colpiti dal mistero della sua grandezza. Perciò la medaglia
che ho affidato a Roberto (Vittori) come segno della mia partecipazione alla vostra
missione rappresenta la creazione dell’uomo, dipinta da Michelangelo sulla volta della
Cappella Sistina. Nel vostro intenso impegno di lavoro e di ricerca, vi succede di
fermarvi e fare simili riflessioni - forse anche di rivolgere una preghiera al Creatore?
Oppure sarà più facile per voi riflettere su queste cose quando sarete ritornati sulla
Terra?
R. – (Roberto Vittori, Italia) Your Holiness, to live on
board of the International … Santità, vivere a bordo della Stazione spaziale
internazionale, lavorare da astronauta sullo shuttle Soyuz della Stazione è un’esperienza
estremamente intensa. Ma, quando scende la notte, noi tutti possiamo guardare in basso,
alla Terra: il nostro pianeta, il pianeta blu, è bellissimo. Blu è il colore del nostro
pianeta, blu è il colore del cielo, blu è anche il colore dell’Aeronautica militare
italiana, l’organizzazione che mi ha dato l’opportunità di entrare nell’Agenzia spaziale
italiana prima e quindi nell’Agenzia spaziale europea. Quando abbiamo un momento di
tempo per guardare verso il basso la bellezza, che è l’effetto tridimensionale della
bellezza del nostro pianeta, cattura il nostro cuore, cattura il mio cuore. E allora
prego: prego per me, per le nostre famiglie, per il nostro futuro. Ho portato con
me la medaglia, e la faccio galleggiare davanti a me, a dimostrazione dell’assenza
di gravità. Io desidero ringraziarla molto per questa opportunità; voglio che questa
medaglia fluttui verso il mio amico e collega Paolo: infatti, lui tornerà sulla Terra
sul Soyuz. Io l’ho portata con me nello spazio e lui la riporterà sulla Terra per
restituirla a lei.
D. – La mia ultima domanda è per Paolo. Caro Paolo
(Nespoli), so che nei giorni scorsi la tua mamma ti ha lasciato e quando fra pochi
giorni tornerai a casa non la troverai più ad aspettarti. Tutti ti siamo stati vicini,
anche io ho pregato per lei…Come hai vissuto questo tempo di dolore? Nella vostra
Stazione vi sentite lontani e isolati e soffrite un senso di separazione, o vi sentite
uniti fra voi e inseriti in una comunità che vi accompagna con attenzione e affetto?
R.
– (Paolo Nespoli) Santo Padre, ho sentito le sue preghiere, le vostre preghiere arrivare
fino qua su: è vero, siamo fuori da questo mondo, orbitiamo intorno alla Terra ed
abbiamo un punto di vantaggio per guardare la Terra e per sentire tutto quello che
ci sta attorno. I miei colleghi qui, a bordo della Stazione – Dimitri, Kelly, Ron,
Alexander e Andrei – mi sono stati vicini in questo momento importante per me, molto
intenso, così come i miei fratelli, le mie sorelle, le mie zie, i miei cugini, i miei
parenti sono stati vicini a mia madre negli ultimi momenti. Sono grato di tutto questo.
Mi sono sentito lontano ma anche molto vicino, e sicuramente il pensiero di sentire
tutti voi vicino a me, uniti in questo momento, è stato di estremo sollievo. Ringrazio
anche l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia spaziale americana, che hanno messo a
disposizione le risorse affinché io abbia potuto parlare con lei negli ultimi momenti.
Parole
conclusive del Papa:
Cari astronauti, vi ringrazio cordialmente
per questa bellissima occasione di incontro e di dialogo con voi. Avete aiutato me
e tante altre persone a riflettere insieme su temi importanti per l’avvenire dell’umanità.
Faccio i migliori auguri per il vostro lavoro e per il successo della vostra grande
missione al servizio della scienza, della collaborazione internazionale, del progresso
autentico e della pace nel mondo. Continuerò a seguirvi con il mio pensiero e la mia
preghiera e vi imparto volentieri la mia benedizione apostolica …