Città del Vaticano-Orvieto a bordo del treno d'epoca, per celebrare i 60 anni di Caritas
Internationalis
Con la benedizione alla partenza del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente
di Caritas Internationalis, questa mattina è partito dalla Stazione ferroviaria del
Vaticano alla volta di Orvieto il “Caritas Express”, un convoglio d'epoca allestito
per celebrare i 60 anni di fondazione della Caritas Internationalis. A bordo del treno,
autorità civili e religiose e molti giornalisti, tra i quali il nostro inviato, Luca
Collodi:
Il treno
storico “Caritas Express” sottolinea l’impegno delle Ferrovie dello Stato a sostegno
degli ultimi, presenti in molte stazioni della linea ferroviaria italiana, dove in
locali di proprietà delle Fs – come alla Stazione Termini – operano i volontari della
Caritas. Il treno è composto da una locomotiva a vapore degli anni Venti e sette carrozze
d’epoca, tra cui quella che ospitò Papa Giovanni XXIII nel suo viaggio ad Assisi del
4 ottobre 1962. Ma il rapporto tra i Papi e la ferrovia, nel corso degli anni, è sempre
stato intenso. Il primo viaggio in treno di un Papa è quello di Pio IX, sulla Napoli-Portici,
nel 1849, In appena 15 anni, dal 1849, lo Stato Pontificio diventerà uno dei più evoluti
nella costruzione di linee ferroviarie. Ricordiamo i collegamenti con Frascati, Civitavecchia,
Velletri, Ancona e Bologna. Con i Patti Lateranensi del 1929 fu costruita la stazione
ferroviaria all’interno delle mura vaticane, inaugurata poi nel 1934. Paolo VI continua
il legame tra i Papi e le ferrovie: nel 1964 dedica un’udienza ai ferrovieri e nel
Natale del 1972 celebra la Messa nei cantieri della direttissima Roma-Firenze, allora
in costruzione. Nel 1979, Papa Wojtyla visita lo scalo ferroviario di Roma Smistamento
e nel settembre 1980 la stazione di Velletri, voluta da Pio IX. Nel 1982 Papa Giovanni
Paolo II fu alla stazione di Bologna, che due anni prima venne colpita da un tragico
attentato terroristico. E ancora, il 24 gennaio 2002, quando Giovanni Paolo II partì
dalla Stazione del Vaticano alla volta di Assisi con i rappresentanti delle religioni
mondiali per la Giornata di Preghiera per la pace nel mondo.
Dopo il viaggio
commemorativo, da domani pomeriggio a venerdì prossimo, oltre 300 delegati mondiali
di Caritas Internationalis si riuniranno a Roma per la 19.ma assemblea generale. Tra
gli interventi di apertura, è in programma quello del cardinale Robert Sarah - presidente
del Pontificio Consiglio Cor Unum e anch'egli oggi ad Orvieto - di recente
rientrato dal Giappone, dove ha portato la solidarietà di Benedetto XVI ai superstiti
della catastrofe causata dal sisma e dallo tsunami. Luca Collodi ne ha parlato
con un membro del dicastero, don Segundo Tejado:
R. - Alcuni
giorni fa assieme al cardinale Sarah abbiamo visitato le zone colpite e i centri che
gestisce la Caritas Giappone, che è molto organizzata. Abbiamo potuto comprovare il
lavoro che fanno - che è veramente eccezionale - in una situazione catastrofica.
Abbiamo visto una grandissima dignità e una grande efficienza: il terremoto ha fatto
pochi danni, ma lo tsunami ha fatto dei danni molto, molto gravi. Probabilmente il
popolo giapponese non aveva bisogno di soldi, perché è un popolo che ha delle risorse
- magari avranno una crisi, ma riusciranno ad andare avanti. Però, dopo una catastrofe
del genere si chiedono il perché, quale sia la ragione… Come quelle persone che soffrono
nella vita e che, trovandosi di fronte alla Croce, hanno bisogno di un perché.
D.
- Come sta cambiando la povertà nel mondo?
R. - La povertà è sempre
la povertà: la fame esiste ancora nel mondo e milioni di persone non hanno accesso
al cibo. E’ vero anche, però, che la Caritas sta cominciando a riflettere su altri
tipi di povertà, di nuove povertà, che sono legate soprattutto - e questo anche secondo
anche analisti di questi fenomeni - allo sfaldamento della famiglia: la famiglia è
un luogo dove l’uomo trova un rifugio, trova una solidarietà, dove si è voluti bene
non per quello che hai, ma per quello che sei. Venendo a mancare questa struttura
nella società, disgregandosi tantissime famiglie e tantissimi matrimoni, assistiamo
all’emergere di queste nuove realtà. Non si tratta di povertà, ma si tratta di persone
che non possono neanche affrontare queste divisioni, anche dal punto di vista economico.
Non parliamo poi della sofferenza, della solitudine e dei problemi connessi a questo
di tanti bambini e di tanti giovani.
D. - Da lunedì prossimo, Caritas
Internationalis si riunirà a Roma in un Congresso internazionale per celebrare i suoi
60 anni…
R. - La Caritas celebra ogni quattro anni questa sua assemblea
generale, che quest’anno coincide con il 60.mo della sua fondazione. Sono presenti
165 nazioni, dalle più povere alle più ricche, dalle occidentali alle orientali, dalle
africane alle latinoamericane. Sono rappresentati tutti e questo crea una ricchezza
veramente molto grande. (mg)