2011-05-21 14:43:23

Bangladesh: la sanità è troppo cara. Gratis solo le pratiche di sterilizzazione


Le cure mediche in Bangladesh sono troppo costose per la maggioranza della popolazione, e nel Paese asiatico la maggior parte degli abitanti resta, di fatto, senza assistenza sanitaria. Come riferisce AsiaNews sono poche le persone, per lo più impiegati governativi, che hanno diritto a una copertura sanitaria totale, e possono farsi curare nelle cliniche private o a Singapore, in India e in Thailandia. La massa dei poveri, invece, deve affidarsi agli ospedali statali, il cui numero è insufficiente. In più, anche se formalmente le cure sarebbero gratuite, il paziente, esclusa la visita iniziale, deve pagare in prima persona ticket, medicine, esami clinici e persino il cibo. Le istituzioni religiose, chiesa missioni e ‘sick shelter’, tentano di rimediare a questa situazione, sostenendo le spese mediche di molti malati, ma spesso si trovano costretti a scegliere tra i diversi pazienti. Gli ospedali, infatti, applicano il cosiddetto metodo del “pacchetto”: al prezzo iniziale concordato per un’operazione, aggiungono in un secondo momento altre spese (cibo, sangue per le trasfusioni, costi del prolungamento del ricovero). I missionari si trovano quindi nella situazione di non avere risorse sufficienti per pagare le spese di tutti quelli che ne avrebbero bisogno. Chi non ha denaro si affida anche alla medicina tradizionale, rivolgendosi al sistema sanitario solo quando è troppo tardi. Introdotta in maniera massiccia e rapida negli ultimi dieci anni, la medicina tradizionale è percepita come più efficace rispetto a unguenti erbe e peratiche magiche (kobiraj), ma anche come irraggiungibile. I problemi dovuti a malattie non gravi o piccoli incidenti sono quindi molto diffusi. Lo Stato contribuisce in qualche modo a finanziare lebbrosari, campagne sulla corretta alimentazione e vaccinazioni, non frequenti, contro rabbia e tetano, ma le uniche pratiche completamente gratuite sono quelle di sterilizzazione. Per mantenere sotto controllo le nascite sono stati aperti numerosi centri di salute riproduttiva, finanziati dai Paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti. Nei centri si effettuano legamenti delle tube e vasectomie e fino a qualche anno fa, il governo pagava chi riusciva ad accompagnare una donna dai chirurghi per l’operazione. A volte sono addirittura i medici stessi a sterilizzare le ragazze senza il loro consenso, approfittando di operazioni all’intestino. Queste pratiche hanno portato a un calo della natalità dell’ 1,6% nel 2010, nel Paese che conta oltre 162 milioni di abitanti, ma hanno provocato reazioni tra la popolazione. Proteste che, però, non hanno fatto sì che i centri smettessero di esistere. (D.M.)







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