Celam. L'arcivescovo di Santiago: chiamati ad essere entusiasti missionari di Cristo
La 33.ma Assemblea generale del Consiglio episcopale latino americano (Celam), che
si chiuderà domani a Montevideo, in Uruguay, si è rivelata un’esperienza di profonda
comunione legata alla specificità dell’identità missionaria, quella di essere discepoli
di Gesù Cristo. Essere discepoli in una Chiesa che vuole essere al servizio dei popoli
del Continente, specialmente dei più poveri e dei più bisognosi. E’ quanto sottolinea,
al microfono di Alina Tufani, l’arcivescovo di Santiago del Cile, mons. Ricardo
Ezzati Andrello:
R. – L’esperienza
di comunione, di collaborazione, di guardare insieme i problemi, l’esperienza di trovare
e di cercare anche le soluzioni ai problemi dell’evangelizzazione della vita della
Chiesa e anche della vita sociale dei nostri popoli, viene rinvigorita da questa esperienza
di comunione che il Celam fa sua ed è obiettivo fondamentale dell’istituzione di questo
Consiglio.
D. - Il lavoro che sta realizzando la Chiesa latinoamericana
e anche il Celam è molto incentrato sulla missione continentale, il mandato della
Conferenza di Aparecida. Come potrebbe essere di aiuto questa esperienza missionaria
- anche se forse si tratta dei primi passi - alla Chiesa dell’Europa, molto in crisi
in questo momento?
D. – La missione continentale sottolinea fondamentalmente
che essere discepoli e missionari di Gesù Cristo, perché il nostro popolo abbia vita
abbondante, è il compito di tutti, non è un compito di alcuni e non è un compito neppure
uniforme. C’è comunione, c’è profondità di unità, ma ci sono anche doni specifici
che devono essere messi al servizio della missione continentale, della missione permanente,
a partire dalla propria responsabilità di cristiano e dal dono che si è ricevuto.
Allora in questo momento per esempio in Cile stiamo vivendo la terza tappa della missione
cercando di costruire quello che abbiamo chiamato la “mensa di tutti”, dove ci sia
posto per tutti: non è un dialogo solamente di noi vescovi o dei preti ma è un dialogo
portato avanti nell’ambito della cultura universitaria, nel mondo del lavoro da cristiani
che vivono la fede nel loro ambiente, da politici che vivono la loro fede. E’ una
responsabilità che diventa corresponsabilità, che ci fa sentire che l’America Latina
di oggi e di domani sarà un’America Latina più cristiana se tutti impariamo meglio
ad essere discepoli di Gesù Cristo, più entusiasti missionari di Gesù Cristo e se
lo facciamo insieme come comunità. (bf)