2011-05-20 12:39:13

Celam. L'arcivescovo di Santiago: chiamati ad essere entusiasti missionari di Cristo


La 33.ma Assemblea generale del Consiglio episcopale latino americano (Celam), che si chiuderà domani a Montevideo, in Uruguay, si è rivelata un’esperienza di profonda comunione legata alla specificità dell’identità missionaria, quella di essere discepoli di Gesù Cristo. Essere discepoli in una Chiesa che vuole essere al servizio dei popoli del Continente, specialmente dei più poveri e dei più bisognosi. E’ quanto sottolinea, al microfono di Alina Tufani, l’arcivescovo di Santiago del Cile, mons. Ricardo Ezzati Andrello:RealAudioMP3

R. – L’esperienza di comunione, di collaborazione, di guardare insieme i problemi, l’esperienza di trovare e di cercare anche le soluzioni ai problemi dell’evangelizzazione della vita della Chiesa e anche della vita sociale dei nostri popoli, viene rinvigorita da questa esperienza di comunione che il Celam fa sua ed è obiettivo fondamentale dell’istituzione di questo Consiglio.

D. - Il lavoro che sta realizzando la Chiesa latinoamericana e anche il Celam è molto incentrato sulla missione continentale, il mandato della Conferenza di Aparecida. Come potrebbe essere di aiuto questa esperienza missionaria - anche se forse si tratta dei primi passi - alla Chiesa dell’Europa, molto in crisi in questo momento?

D. – La missione continentale sottolinea fondamentalmente che essere discepoli e missionari di Gesù Cristo, perché il nostro popolo abbia vita abbondante, è il compito di tutti, non è un compito di alcuni e non è un compito neppure uniforme. C’è comunione, c’è profondità di unità, ma ci sono anche doni specifici che devono essere messi al servizio della missione continentale, della missione permanente, a partire dalla propria responsabilità di cristiano e dal dono che si è ricevuto. Allora in questo momento per esempio in Cile stiamo vivendo la terza tappa della missione cercando di costruire quello che abbiamo chiamato la “mensa di tutti”, dove ci sia posto per tutti: non è un dialogo solamente di noi vescovi o dei preti ma è un dialogo portato avanti nell’ambito della cultura universitaria, nel mondo del lavoro da cristiani che vivono la fede nel loro ambiente, da politici che vivono la loro fede. E’ una responsabilità che diventa corresponsabilità, che ci fa sentire che l’America Latina di oggi e di domani sarà un’America Latina più cristiana se tutti impariamo meglio ad essere discepoli di Gesù Cristo, più entusiasti missionari di Gesù Cristo e se lo facciamo insieme come comunità. (bf)







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