2011-05-20 12:30:00

Benedetto XVI e le meraviglie del cosmo: oltre le stelle, c’è l’amore di Dio


Alla vigilia del collegamento audio-video del Papa con la Stazione spaziale internazionale, riproponiamo alcuni pensieri di Benedetto XVI sulla bellezza del Cosmo. In ogni suo intervento, il Pontefice ci rammenta che il Cielo non è lontano da noi, perché è creato dall’amore di Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

(Musica)

Benedetto XVI guarda con gioia e stupore al cielo, perché oltre le stelle vede l’amore di Dio. E’ il Papa stesso a confidarlo più volte come quando nella Messa per la Solennità dell’Epifania del 2009, cita la Divina Commedia di Dante per sottolineare che Dio è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Questo, è la riflessione del Papa, “significa che le stelle, i pianeti, l’universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della sola materia”. Un pensiero che il Papa ha ripreso anche quest’anno alla Veglia Pasquale:

"Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina". (Veglia di Pasqua, 23 aprile 2011)

“E siccome è Ragione – ha aggiunto – essa ha creato la libertà”. Il cielo e la terra, ribadisce il Papa non sono inseparabili, ma piuttosto sono uniti grazie a Cristo. E proprio nell’Ascensione di Cristo al cielo, rassicura il Papa, “l’essere umano è entrato in modo inaudito e nuovo nell’intimità di Dio; l’uomo trova ormai per sempre spazio in Dio”:

“Il ‘cielo’ non indica un luogo sopra le stelle, ma qualcosa di molto più ardito e sublime: indica Cristo stesso, la Persona divina che accoglie pienamente e per sempre l’umanità, Colui nel quale Dio e uomo sono per sempre inseparabilmente uniti”. (Messa a Cassino, 24 maggio 2009)

“L’essere dell’uomo in Dio – soggiunge – questo è il cielo. E noi ci avviciniamo al cielo, anzi, entriamo nel cielo, nella misura in cui ci avviciniamo a Gesù ed entriamo in comunione con Lui”. Ecco perché esplorare le meraviglie del cosmo, è anche un modo di ringraziare il Creatore per la bellezza del Creato. Parole, particolarmente significative, giacché Benedetto XVI le pronuncia all’inizio dell’Anno internazionale dell’Astronomia:

“Se i cieli, secondo le belle parole del salmista, 'narrano la gloria di Dio', anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande stimolo a contemplare con gratitudine le opere del Signore”. (Angelus, 21 dicembre 2008)

E citando le toccanti parole scritte in un gulag sovietico da padre Pavel Florenskij, ci invita a guardare il cielo, perché lì già su questa terra possiamo pregustare la vita divina:

“Osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, … intrattenetevi … col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete”. (Regina Caeli, 16 maggio 2010)

(Musica)







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