2011-05-20 15:44:24

Bangladesh: si cercano volontari per aiutare i bambini di strada


A Dhaka, in Bangladesh, un movimento di volontari prende a cuore i bambini e i ragazzi di strada. Ad animarlo, come racconta AsiaNews, è padre Lucio Beninati, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), che ha già compiuto un’esperienza simile nelle favelas brasiliane. Il movimento assiste i ragazzi 6 giorni a settimana, occupandosi ogni sera di una zona diversa della capitale del Paese asiatico. Oltre a restituire ai più giovani il piacere di giocare, si presta attenzione soprattutto alle condizioni mediche (si cercano di tenere sotto controllo piccole ferite e infezioni) e a un’educazione all’igiene di base che permetta ai bambini di soffrire meno le condizioni della vita di strada. Quando possibile, il movimento cerca di far ricongiungere i bambini e le loro famiglie. Un processo lungo, durante il quale giovani e giovanissimi sono ospitati in una struttura apposita, mentre i volontari rintracciano le famiglie e cercano di capire se e come sono disposte ad accogliere i figli. Tra le iniziative organizzate da padre Lucio anche il festival dei ragazzi di strada, realizzato in collaborazione con l’associazione ecumenica Shalom, ogni anno in una sede diversa per cercare di sensibilizzare quante più persone possibili. Al momento, l’associazione può contare su circa 80 volontari, che non ricevono denaro per il loro servizio e anzi partecipano personalmente alle spese con un piccolo contributo mensile. La difficoltà più grande è data proprio dal ricambio frequente del personale: i nuovi volontari devono essere istruiti, e devono conquistarsi la fiducia dei bambini e dei ragazzi. Questa situazione, però, permette di contattare persone di ogni fede: cristiani, musulmani, indù e buddisti, in un’esperienza di dialogo interreligioso che, attraverso il lavoro, fa scoprire i valori comuni che animano i volontari. I finanziamenti per il movimento arrivano tutti dal Bangladesh, perché padre Lucio non accetta soldi dall’estero, e questo permette al movimento di restare indipendente e alla popolazione locale di essere più coinvolta. (D.M.)







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