A Carlo Casini il premio “Una vita per la vita” del Regina Apostolorum
“Una vita per la vita” è il premio consegnato ieri, dalla Pontificia Università “Regina
Apostolorum” di Roma, al parlamentare europeo Carlo Casini, presidente del Movimento
per la Vita italiano. Il premio, istituito nel 2009 dalla facoltà di Bioetica dell’ateneo,
viene conferito ogni anno a persone o istituzioni che hanno contribuito, in diversi
ambiti, a valorizzare, amare e rispettare il dono della vita. Al microfono di Salvatore
Cernuzio, l’on.Carlo Casini racconta con quali sentimenti ha ricevuto
questo riconoscimento:
R. – L’ho
accettato di buon grado perché lo considero consegnato al Movimento per la Vita che
io rappresento. E il Movimento per la Vita non è un’associazione con confini precisi:
è un’idea aggregante, unificante – Giovanni Paolo II parlava di “popolo della vita”
– e il Movimento, come struttura, ha questa ambizione: di essere un po’ il motorino
di avviamento di un motore molto più grande che è il popolo della vita. Quindi, ho
accettato proprio perché è un riconoscimento in continuità con quello che Giovanni
Paolo II ci ha detto tante volte: “Continuate ad essere una forza di rinnovamento
nella società”.
D. – Partendo dal titolo di questo premio che è “Una
vita per la vita”, lei veramente ha speso la sua vita per tutelare questo bene prezioso:
un bilancio delle sfide affrontate, delle battaglie ma anche dei traguardi raggiunti…
R.
– Direi che il primo risultato, il primo obiettivo è quello di salvare la vita. Ci
sono associazioni che si battono per la vita dei bambini del Terzo Mondo, degli anziani,
dei malati e fanno benissimo: li sentiamo vicini. Ma noi abbiamo sentito affidati
a noi soprattutto i bambini non ancora nati. Affidati a noi insieme alle loro madri
che a volte compiono gesti terribili sotto la pressione dell’ambiente, della società…
Allora, poter dire che in Italia ci sono 130 mila persone che sono nate grazie al
nostro intervento, è il primo risultato. Oggi, sotto questo profilo, c’è tanto da
fare: basti pensare a questa legge ingiusta sull’aborto. Qualche passo l’abbiamo fatto.
E’ difficile illustrarlo in poche parole, però per lo meno il capitolo non è chiuso,
e credo che questo sia anche uno dei nostri meriti.
D. – Qual è la situazione
attuale, sia da parte della politica, della società ma anche della cultura riguardo
a questo tema della vita che è diventata la prima sfida, come ha detto anche Giovanni
Paolo II?
R. – Le ultime parole di Giovanni Paolo II sono state proprio
queste: “Io vedo di fronte a me tre grandi sfide: quella del pane, quella della pace,
quella della vita. Ma la prima sfida è quella della vita”. Il cammino da fare è molto
lungo, ma Giovanni Paolo II ci ha detto fin dall’inizio del suo Pontificato: “Abbiate
coraggio!”, non rassegnatevi mai. E io penso che alla fine, questa battaglia sarà
vinta. Apparentemente, siamo assediati da un avversario tenace che non ci vuole ascoltare,
che ha eretto un muro. Però, io sono convinto che nel cuore e nella mente di tutti,
come uomini, c’è un’inquietudine che noi dobbiamo risvegliare. In fondo, è proprio
il tempo moderno che proclama i diritti dell’uomo e il primo diritto è quello alla
vita. Quindi, io credo che se noi insistiamo sempre, tutti i giorni, tutti gli anni
su questo tema, alla fine si aprirà una breccia nel muro e poi, piano piano, si sgretolerà
tutto il muro. (gf)