Il Papa al “Teresianum”: tutti i cristiani hanno bisogno di una direzione spirituale
che li guidi alla relazione con Dio
Siate capaci “di amare e di servire la Chiesa” in modo sempre più appassionato: è
l’esortazione di Benedetto XVI alla comunità della Pontificia facoltà teologica “Teresianum”,
ricevuta in Vaticano in occasione del 75.mo anniversario di fondazione. Il Papa si
è soffermato sulla spiritualità di Santa Teresa d’Avila. Quindi, ha ribadito l’importanza
per tutti i fedeli di essere accompagnati da una direzione spirituale. L’indirizzo
d’omaggio al Pontefice è stato rivolto da padre Saverio Cannistrà, preposito generale
dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Vivere una
sempre maggiore e più appassionata capacità di amare e di servire la Chiesa”: è la
sfida che Benedetto XVI ha consegnato alla comunità dei Carmelitani scalzi del Teresianum,
che, ha detto, fin dalle sue origini, 75 anni fa, ha approfondito la teologia spirituale
nel quadro della questione antropologica. Il Papa ha invitato docenti ed allievi a
seguire l’esempio dei Santi Teresa di Gesù e Giovanni della Croce che diedero vita
a un rinnovamento della Chiesa e, con il loro fervore di vita contemplativa, infiammarono
il mondo:
“Cari studenti, sulla scia di questo carisma si colloca
anche il vostro lavoro di approfondimento antropologico e teologico, il compito di
penetrare il mistero di Cristo, con quella intelligenza del cuore che è insieme un
conoscere e un amare; ciò esige che Gesù sia posto al centro di tutto, dei vostri
affetti e pensieri, del vostro tempo di preghiera, di studio e di azione, di tutto
il vostro vivere”.
Ha così rivolto il pensiero all’esperienza interiore
della conversione, vissuta da Santa Teresa davanti al Crocifisso, ribadendo che la
mistica spagnola ci chiede di non essere indifferenti all’amore del Signore:
“L’amore
del Redentore merita tutta l’attenzione del cuore e della mente, e può attivare anche
in noi quel mirabile circolo in cui amore e conoscenza si alimentano reciprocamente.
Durante i vostri studi teologici, tenete sempre lo sguardo rivolto al motivo ultimo
per cui li avete intrapresi, cioè a quel Gesù che ‘ci ha amato e ha dato la sua vita
per noi’”.
Benedetto XVI ha quindi dedicato una parte importante
del suo discorso alla “direzione spirituale”. Una pratica, ha detto, "insostituibile"
che il Papa raccomanda “non solo a quanti desiderano seguire il Signore da vicino,
ma ad ogni cristiano che voglia vivere con responsabilità il proprio Battesimo”. Ognuno,
ha avvertito, necessita infatti di “essere accompagnato personalmente da una guida
sicura nella dottrina ed esperta nelle cose di Dio”…
“…essa può aiutare
a guardarsi da facili soggettivismi, mettendo a disposizione il proprio bagaglio di
conoscenze ed esperienze vissute nella sequela di Gesù. Si tratta di instaurare quello
stesso rapporto personale che il Signore aveva con i suoi discepoli, quello speciale
legame con cui Egli li ha condotti, dietro di sé, ad abbracciare la volontà del Padre,
ad abbracciare, cioè, la croce”.
Anche voi, ha concluso il Papa
rivolgendosi alla comunità dei Carmelitani scalzi, “fate tesoro” di quanto appreso
negli anni di studio, "per aiutare i fedeli nel discernimento degli spiriti e nella
capacità di assecondare le mozioni dello Spirito Santo", con l’obiettivo di "condurli
alla pienezza della grazia".