Eletti i nuovi vertici del Celam: una Chiesa che ridia fede e coraggio al Continente
latinoamericano
La 33.ma assemblea generale del Consiglio episcopale latino americano, in corso a
Montevideo, in Uruguay, ha rinnovato ieri i suoi vertici. Nuovo presidente del Celam
è l’arcivescovo messicano di Tlalnepantla, Carlos Aguiar Retes, attualmente
a capo della Conferenza episcopale del Messico e presidente del Dipartimento della
comunione ecclesiale e dialogo del Celam. Primo vice-presidente è stato eletto l’arcivescovo
colombiano di Bogotà, Rubén Salazar Gomez, presidente della Conferenza episcopale
della Colombia. Secondo vice-presidente è stato eletto l’arcivescovo brasiliano di
Campo Grande, Dimas Lara Barbosa. Oggi sarà noto il Messaggio finale del Celam. La
nostra inviata a Montevideo, Alina Tufani, ha intervistato il nuovo presidente
del Celam, mons. Aguiar Retes, chiedendogli innanzitutto come abbia accolto la sua
elezione:
R. - E’ un
segno di grande fiducia da parte dei vescovi del Celam e per me è un onore servire
la Chiesa da questo Consiglio episcopale: in questo servizio c’è un rapporto molto
stretto con le altre Conferenze episcopali e con la Santa Sede.
D. -
La sua presenza nel Celam non è nuova, lei è stato vicepresidente, segretario generale
ed è stato anche presente in quest’organismo prima e dopo Aparecida. Quali sono per
lei i cambiamenti che dovranno essere realizzati nel Consiglio episcopale latinoamericano?
R.
- Io penso che sarà molto importante ristrutturarci un po’ per essere più agili e
più efficaci. Penso che il Celam abbia fatto molto in questo campo però adesso c’è
un grande bisogno che la Chiesa riesca a essere presente ovunque. Che il Signore ci
aiuti a moltiplicarci nel senso di essere presenti nelle tante situazioni di necessità;
ne ricordo in particolare una che è stata al cuore dell’assemblea: la situazione che
resta tuttora drammatica di Haiti.
Ma quali sono le sfide che attendono
adesso il Celam? Alina Tufani lo ha chiesto al nuovo primo vice-presidente del Celam,
mons. Rubén Salazar Gomez:
R. – Le sfide
sono tante perché proprio in America Latina stiamo vivendo un momento molto speciale,
direi un momento decisivo per il nostro futuro: sono tanti i cambiamenti e sono tanti
i fattori decisivi in questo momento per il futuro. La grande sfida per la Chiesa
è fare presente il Signore risorto in mezzo a noi, dire una parola di fiducia, di
fede, di coraggio alla società qualche volta piena di angoscia, di incertezza … Non
è facile guardare al futuro e sapere cosa fare. Per noi questa è una grande sfida.
D.
– Qual è l’importanza del Celam per la Chiesa latinoamericana?
R. –
Ha un’importanza grande, un’importanza davvero molto più grande di quello che generalmente
pensiamo e consideriamo. Il Celam è presente tutti i giorni nella vita della Chiesa
latinoamericana e dei Caraibi ed è presente con una grande capacità di servizio. Tutti
i vescovi - e questo è il nostro desiderio - ricevono dal Celam tante luci, tante
nuove possibilità di operare con questi incontri che si fanno spesso nell’America
Latina, con la riflessione, soprattutto nel campo della cultura, dell’educazione e
in tutto quello che si fa soprattutto per la diffusione della Bibbia. Insomma, si
fanno tante cose e non sarebbero possibili nelle Chiese locali e nelle diocesi senza
il Celam.