Difesa della vita e libertà religiosa nella nota dei vescovi di Madrid per le prossime
amministrative
Diritto alla vita e alla libertà religiosa, tutela della famiglia e delle categorie
sociali meno abbienti, libertà nella scelta dell’educazione dei figli: sono i cinque
punti in cui si articola la nota che i vescovi della Provincia ecclesiastica di Madrid
hanno pubblicato in vista delle elezioni municipali e regionali di domenica prossima,
22 maggio. “Ricordiamo – scrivono i presuli spagnoli – alcuni principi basilari da
tener presente nel momento dell’esercizio, libero e responsabile, del diritto-dovere
del voto. Si tratta di un contributo molto importante al bene comune della società”.
Infatti, continua la nota, “l’esercizio responsabile del voto esige, da parte di tutti,
una conoscenza sufficiente dei programmi elettorali dei partiti politici e un’attenta
valutazione dei mezzi proposti per la loro attuazione”. Di qui, l’appello rivolto
ai cattolici, i quali, seguendo “i principi della giusta ragione e del Magistero della
Chiesa, in particolare della sua Dottrina Sociale”, devono scegliere “tra le opinioni
politiche compatibili con la fede e la legge naturale, quella che si conforma meglio
con le esigenze del bene comune”. Per questo, i vescovi della Provincia ecclesiastica
madrilena elencano cinque principi basilari: al primo posto, c’è il diritto alla vita
che “deve essere tutelato in modo efficace dal concepimento fino alla morte naturale”.
“Nessun bene sociale o personale – sottolinea con forza la nota episcopale – può giustificare
l’eliminazione di un essere umano innocente, attraverso l’aborto, la pillola del giorno
dopo o l’eutanasia”. Il secondo principio ribadito dai vescovi spagnoli è quello della
difesa del diritto alla libertà religiosa: “Ciò comporta – scrivono – l’esigenza del
rispetto del luoghi di culto e dei simboli religiosi, così come la tutela dell’espressione
e della valorizzazione pubblica delle convinzioni religiose, specialmente quelle della
fede cattolica”. E ancora, la Provincia ecclesiastica di Madrid sottolinea che “la
famiglia deve essere oggetto di un riconoscimento specifico e di una promozione attenta”
e che, di conseguenza, “le leggi e le disposizioni amministrative devono riconoscere,
proteggere e promuovere l’istituzione del matrimonio, senza la quale non è possibile
la vita familiare”. Su questo punto, i presuli iberici si soffermano ancora: “Secondo
la giusta ragione, illuminata dalla fede, l’istituzione del matrimonio si basa sull’unione
tra un uomo e una donna, un’unione libera e protesa alla realizzazione personale dei
coniugi e alla procreazione”. Pertanto, “la protezione della famiglia richiede un
accesso facile ad uno stile di vita degno e ad un lavoro che si accordi con le esigenze
familiari, in particolare per i giovani”. Altro punto affrontato dalla Chiesa madrilena
è quello della tutela del diritto, per i genitori, ad educare i figli “in accordo
con le proprie convinzioni religiose, morali e pedagogiche”. Di qui, l’appello dei
vescovi alle scuole statali, perché “si astengano dall’imporre una determinata educazione
religiosa o morale e facilitino, piuttosto, la formazione che i genitori o gli alunni
stessi scelgono in questo particolare ambito”. Infine, i presuli spagnoli chiedono
la promozione di “un ordine economico giusto, che faciliti l’esercizio di un lavoro
remunerato giustamente e che faccia particolare attenzione alle persone più colpite
dalla crisi economica, così come agli immigrati, ai malati, agli anziani e a tutti
gli emarginati”. Le ultime righe della nota esprimono l’auspicio che le elezioni del
22 maggio contribuiscano “alla promozione del bene comune” in tutta la regione. (I.P.)