Regina Apostolorum: conferenza su fede e ragione alla luce del discorso del Papa a
Ratisbona
Quale intento muove un intellettuale ebreo a commentare il discorso di Benedetto XVI
a Ratisbona? Si tratta della convinzione che esso sia animato da ciò che costituisce
il tessuto più profondo che connette ebraismo e cristianesimo e che da senso allo
slogan spesso ripetuto ma non sempre ben compreso delle “radici giudaico-cristiane”.
E’ quanto ha detto ieri Giorgio Israel, professore ordinario di Storia della Matematica
presso l’Università di Roma “La Sapienza”, intervenendo ad un incontro che fa parte
della serie di conferenze sul tema “La mediazione della filosofia tra la scienza e
la fede” del Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. “Al
centro del discorso di Ratisbona – ha affermato il professor Giorgio Israel le cui
parole sono state riprese dall’Osservatore Romano - sta la tesi che fede e ragione
sono pienamente conciliabili a condizione di concepire la ragione in modo più ampio
rispetto alla visione riduttiva che ne ha dato il pensiero positivista”. Il sapere
scientifico non è in contraddizione con la fede religiosa a condizione che esso non
si presenti come esaustivo di ogni aspetto del pensiero razionale, perché in tal caso
esso rischia di portarci verso una sorta di “cecità” e di oscurare i grandi temi del
senso dell’esistenza, dei suoi fini, della nostra presenza nel mondo, dei fondamenti
della morale. Questi temi sono ulteriormente sviluppati nel recente secondo volume
di Benedetto XVI dedicato a Gesù di Nazaret. Un altro tema centrale nel discorso di
Ratisbona – ha concluso il professor Giorgio Israel - è quello della tolleranza: la
diffusione della fede mediante l’imposizione coercitiva e violenta produce anch’essa
il divorzio tra fede e ragione. Il principio della tolleranza – l’idea che la fede
può affermarsi soltanto in armonia con il pensiero razionale – e l’opposizione a ogni
forma di riduzionismo naturalista, costituiscono una base comune del pensiero religioso
ebraico e cristiano. (A.L.)