2011-05-18 14:50:06

Rapporto Censis: giovani italiani in calo e in ritardo su lavoro e istruzione


In Italia si è registrato, dal 2000 al 2010, un calo più di 2 milioni di cittadini di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Nello stesso periodo gli over 65 sono invece aumentati di 1 milione e 896 mila. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto del Censis su giovani e mercato del lavoro. Su questo dato riferito alla riduzione dei giovani, che minaccia il ricambio generazionale, si sofferma, al microfono di Federico Piana, il direttore generale dell’istituto di ricerca socio-economica, Giuseppe Roma:RealAudioMP3

"Penso che questo sia forse il più grave problema sociale che abbiamo da risolvere, perché è alla base della convivenza civile. La questione delle generazioni è stato, per secoli, il grande motore del rinnovamento umano, sociale, economico e produttivo. Penso che questo sia un passaggio molto importante per la realtà italiana che ci spiega perché l’Italia non cresce, perché i redditi delle famiglie non crescono, perché c’è disoccupazione e perché non trionfa il merito, perché ci sono i corporativismi. Questo dato spiega tanti perchè".

Le problematiche per i giovani riguardano soprattutto il mondo del lavoro. I giovani occupati in Italia sono il 20,5%, mentre in Germania sono il 46,2% e nel Regno Unito il 47,6%. La sfiducia nel futuro, sommata ad altri fattori, si traduce in molti casi anche in una situazione di “volontaria inattività”: l’11,2% dei giovani tra i 15 e i 24 anni non studia e non lavora. Lo stesso dato, riferito alla media europea, è del 3,4%. Alla mancanza di lavoro e alla precarietà è anche legato il calo dei matrimoni. Secondo l’Istat nel 2009 e nel 2010 sono stati 30 mila in meno. Don Nicolò Anselmi, direttore della pastorale giovanile della Cei:RealAudioMP3

“I giovani non si sposano, le convivenze crescono ed è una situazione di precarietà non soltanto lavorativa, ma anche affettiva. Questo non aiuta. C’è anche una carenza di fede: chi crede nella Provvidenza, chi crede nell’amore di Dio e nella vita, poi ha fiducia nel Signore, che aiuterà quelle nuove creature che ama, desidera e non abbandona. Ci deve anche essere un atteggiamento di fiducia nella vita, di dono di sé, di generosità. In fondo il matrimonio - come tutte le vocazioni - è un consegnarsi ad un altro ed oggi il clima d’individualismo - che diventa facilmente d’egoismo - non aiuta”.

Non confortanti neanche i dati sull’’istruzione: i laureati sono il 20,7% mentre la media europea è del 33%. Ma l’accesso al lavoro non è garantito anche in caso di formazione universitaria. In Italia lavora il 66,9% dei laureati di età compresa tra i 25 e 34 anni, contro una media europea dell'84%. A destare preoccupazione è anche la marginalità dei giovani rispetto ai mondi della politica e dell’imprenditoria. Giuseppe Failla, responsabile nazionale dei giovani delle Acli. intervistato da Federico Piana:RealAudioMP3

“Però non bisogna rinunciare alla voglia di partecipare. Credo che questo sia fondamentale. La responsabilità cui le giovani generazioni sono chiamate oggi è quella di partecipare, interessarsi alla vita sociale e politica. Si deve cercare di partecipare, quanto più possibile, a questi mondi e a queste realtà. Solo attraverso la responsabilità, anche delle giovani generazioni, è possibile cambiare un po’ questo sistema, altrimenti l’unica soluzione che abbiamo è quella di arrendersi”.







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