Libia, appello del Centro Astalli all'Europa: evitare altre tragedie nel Mediterraneo
P. La Manna (Centro Astalli) esprime allarme per le notizie dalla Libia: “l’Europa
intervenga per evitare altre tragedie nel Mediterraneo”
Centinaia di rifugiati
del Corno d’Africa che avevano attraversato la frontiera tra Libia e Tunisia, per
mettersi in salvo dalla grave crisi libica, oggi stanno rientrando in Libia spinti
dalla speranza di riuscire ad imbarcarsi verso l’Europa. La situazione, segnalata
dall’UNHCR, fa aumentare il numero di persone in situazione di grave rischio, sia
in territorio libico che sulle rotte del Mediterraneo. “Chi fugge da guerre e persecuzioni
sa di non poter tornare indietro”, commenta padre La Manna, presidente del Centro
Astalli. “I rifugiati cercano sicurezza e stabilità e non possono trovarle in un campo
profughi provvisorio al confine tra Tunisia e Libia. Non sorprende, purtroppo, che
siano disposti anche a rischiare la vita pur di proseguire il loro viaggio”.
Nei prossimi mesi, tutto lascia pensare che si intensificheranno i viaggi attraverso
il Canale di Sicilia su sovraffollate imbarcazioni di fortuna: è auspicabile che le
molte navi presenti il quel tratto di mare, civili e militari, siano pronte ad offrire
soccorso ai profughi e che non accada più che le controversie tra gli Stati in merito
alla competenza delle operazioni di salvataggio costino la perdita di centinaia di
vite innocenti. Non ci si può naturalmente accontentare di intervenire quando
le tragedie sono già in corso. “Prevenire questi viaggi pericolosissimi è una precisa
responsabilità dell’Unione Europea”, aggiunge padre La Manna. “È più che mai necessario
che i governi dell’Unione Europea predispongano meccanismi efficaci per mettere in
salvo nei propri territori tutti i rifugiati africani che attualmente si trovano bloccati
nei Paesi del Nord Africa, in situazione di grave pericolo, evitando loro la lotteria
della traversata del Mediterraneo, che ha già fatto tante vittime innocenti. Alcuni
Paesi, tra cui l’Italia, si sono resi disponibili per accogliere un certo numero di
rifugiati, ma è necessario uno sforzo maggiore. Solo una tempestiva assunzione di
responsabilità può evitare altre stragi”.