Internet e tv: il Forum delle associazioni familiari chiede un’ecologia dei media
I mass media, soprattutto la televisione e Internet, rappresentano una sfida per le
famiglie impegnate nell’educazione dei figli. Per riflettere sul rapporto tra la famiglia
e i media, il Forum delle associazioni familiari ha organizzato un convegno intitolato:
“La famiglia esposta. Le relazioni familiari nel linguaggio comunicativo oggi”. Durante
l’incontro, tenutosi lo scorso 13 maggio, è stato presentato un rapporto sull’uso
dei mezzi di comunicazione da parte dei ragazzi tra i 7 e i 18 anni. Secondo i dati,
i giovani guardano la televisione in media per 100 minuti al giorno e il 34% di loro
lo fa per più di 3 ore. Complessivamente, televisione e mezzi di comunicazione in
rete sono utilizzati quotidianamente per almeno 7 ore. Una fortissima maggioranza
degli intervistati (l’87%) giudica i mass media in grado di influenzare fortemente
idee e comportamenti. Quasi i due terzi (il 64,4%), considera questo impatto negativo.
Il 19,2% ritiene che Internet presenti dei rischi. Di fronte a questa situazione –
ricorda l’agenzia Zenit - la famiglia ha un ruolo importante, ovvero “quello di accompagnare
e ‘governare’ i figli nell’uso dei media”, come ha spiegato Francesco Belletti, presidente
del Forum. Ma questa funzione non può essere svolta “solo con la censura”, anche per
l’importanza che il computer ha ormai assunto nella vita dei giovani. Anche i media,
da parte loro, devono però fornire un’immagine corretta delle relazioni familiari
mentre oggi, nota Belletti, l’informazione è “incentrata esclusivamente sulle zone
d’ombra” e sulla presunta antimodernità della famiglia tradizionale. In particolare
Norberto Gonzalez Gaitano, docente dell’Università della Santa Croce, ha criticato
la cultura della telenovela “permeata di egoismo” perché “non ci prepara ad amare”.
Da parte sua, il presidente del Coordinamento delle associazioni per la comunicazione,
Domenico Delle Foglie, giudica necessario “evitare che il consumismo renda i giovani
dei soggetti passivi” e che i ragazzi scambino le ‘amicizie’ strette sui social network
con “relazioni profonde e consolidate”. E’ quindi necessaria, come ha infine sostenuto
il prof. Guido Gilli dell’Università del Molise, “un’ecologia dei media”, che preservi
la “biodiversità”, cioè il pluralismo del sistema comunicativo. Da evitare soprattutto
“certi talk show o reality show oppure certi dibattiti irresponsabili in cui si manifesta
una forma assai rilevante della violenza della televisione”. (D.M.)