Egitto. Normativa sui luoghi di culto: una legge uguale per tutti
Due nuove leggi: una che regolamenti la costruzione e il restauro dei luoghi di culto,
uguale per tutti, musulmani, cristiani ed ebrei; l’altra che contrasti la discriminazione
e l’istigazione all’odio religioso. Le ha annunciate nei giorni scorsi il Governo
egiziano al termine di una riunione alla quale hanno partecipato il primo ministro
Essam Sharaf e i ministri della Giustizia, dell’Interno e dello Sviluppo locale. Al
fine di redigere le leggi — le cui bozze dovrebbero essere presentate nel giro di
un mese — è stato deciso di istituire, in seno al Consiglio dei ministri, una Commissione
sulla giustizia nazionale. L’obiettivo - riporta L'Osservatore Romano - è di contrastare
tutto ciò che possa istigare odio, spirito settario, discriminazione religiosa, ribadendo
l’uguaglianza dei cittadini nei diritti e nei doveri. Per questo è stato stabilito
di vietare le manifestazioni e i raduni davanti ai luoghi di culto e l’utilizzazione
di slogan religiosi durante le campagne elettorali. Verranno inoltre prese in esame
le richieste di riaprire alcune chiese, chiuse da tempo, e di restaurarne altre, danneggiate
o in rovina. Da parte di Sharaf e del suo Esecutivo sono decisioni importanti, prese
dopo le recenti, tragiche tensioni avvenute tra copti e musulmani a Imbaba, nel governatorato
di Gîza. Si tratta — per quanto riguarda la legge sulla costruzione dei luoghi di
culto non musulmani — di cambiare regole alcune delle quali risalenti all’Impero ottomano.
È infatti del 1856 il decreto «Hatti Humayoun» (recepito in una legge del 1915) che
sottopone qualsiasi edificazione e restauro di luoghi di culto non musulmani all’autorizzazione
del capo dello Stato. La normativa è completata da un decreto del ministero dell’Interno,
datato 1934, che prevede un questionario, con dieci condizioni, che il richiedente
deve compilare per ottenere il via libera per la costruzione di una chiesa. Del 2005
è invece un decreto presidenziale che delega ai prefetti l’autorizzazione, chiesta
dalle comunità cristiane, a demolire una chiesa al fine di edificarne un’altra, oppure
per avviare lavori di ampliamento o di restauro. (R.P.)