Australia: sostegno della Chiesa alla ricerca sulle cellule staminali adulte
La Chiesa cattolica in Australia ha finanziato per la quinta volta un progetto di
ricerca sull’uso medico delle cellule staminali adulte, che ritiene eticamente accettabili,
a differenza dell’uso delle staminali embrionali. L’arcidiocesi di Sydney – rende
noto l’Osservatore Romano - ha annunciato un sussidio pari a centomila dollari “per
sostenere e promuovere la ricerca sul potenziale terapeutico delle cellule staminali
adulte”. Negli ultimi otto anni, l’arcidiocesi ha effettuato quattro finanziamenti
in favore dei più importanti ricercatori australiani al fine di sostenere i loro studi.
Le cellule staminali sono essenzialmente cellule vuote e sono considerate una delle
novità più promettenti nel campo della ricerca medica e scientifica perché possono
essere usate per riparare tessuti o organi danneggiati. Dal 2003 — spiegano dall’arcidiocesi
— sono aumentate in maniera considerevole le domande da parte dei ricercatori australiani
per ottenere sovvenzioni a sostegno della ricerca sulle cellule staminali adulte.
Questi finanziamenti hanno aiutato diversi team di ricerca a capire la biologia delle
cellule staminali adulte e la loro applicazione clinica nelle persone con lesioni
del midollo spinale, con disturbi cerebrali, malattie come la schizofrenia, il morbo
di Parkinson, malattia del motoneurone, sclerosi multipla e varie forme di cancro.
L’obiettivo finale è che la medicina rigenerativa possa utilizzare le cellule staminali
del paziente stesso per una terapia a lungo termine. L’arcidiocesi di Sydney ha reso
noto che è aperto il bando di ammissione per la concessione del quinto contributo
di centomila dollari da assegnare a un ricercatore o a un gruppo di ricerca. Le domande
dovranno essere presentate entro il 24 giugno prossimo. I fondi saranno disponibili
dal primo gennaio 2012 e dovranno essere spesi entro il 31 dicembre del 2013. La possibilità
di utilizzare il finanziamento è strettamente legata al rispetto di precisi parametri,
stabiliti nel “Code of Ethical Standards for Catholic Health and Aged Care Services”.
Un gruppo indipendente di ricercatori di fama internazionale, composto da scienziati
e medici, selezionerà il ricercatore e la ricerca più meritevoli e il progetto riceverà
il contributo dell’arcidiocesi. (A.L.)