2011-05-18 12:57:26

Assemblea del Celam. Mons. Pecorari: rilanciare la missione in una società sempre più laicista


“Abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste che scaturisca dall’incontro personale con Cristo”: è quanto ha affermato l’arcivescovo di Aparecida e presidente del Consiglio episcopale latino americano (Celam), il cardinale Raymundo Damasceno Assis, intervenendo a Montevideo, in Uruguay, alla 33.ma assemblea generale del Celam. La plenaria, che è iniziata lunedì scorso e si protrarrà fino al 20 maggio, prevede il rinnovo della dirigenza e la designazione dei nuovi responsabili di dipartimenti e sezioni. Il servizio della nostra inviata Alina Tufani:RealAudioMP3

I lavori dell’Assemblea si sono aperti con il saluto del presidente della Conferenza episcopale uruguayana, mons. Carlos Maria Collazzi Irazábal, che ha ricordato il tardizionale saluto dei gauchos, l'Ave Maria Purissima, augurando che questo saluto orienti i lavori dell’Episcopato. Nel suo intervento, il nunzio apostolico - l’arcivescovo Anselmo Guido Pecorari - ha ricordato la ricorrenza dei 200 anni dall'inizio dei moti per l'indipendenza del Paese e l’importante ruolo della Chiesa in questo processo. Ha poi riconosciuto che, sebbene il fenomeno laicista dei primi anni del XX secolo non abbia lasciato un forte anti-cattolicesimo, ha creato comunque molte difficoltà nel lavoro della Chiesa uruguayana, soprattutto nell’educazione cattolica. Infine il cardinale Marc Oullet, prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, ha ribadito l’importanza di questa Chiesa per la Sede Apostolica. Il porporato ha anche aggiunto che la nomina di mons. Octavio Ruiz come segretario del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione è un riconoscimento del Papa al contributo della Chiesa latino-americana alla Chiesa universale. Infine, ha lanciato l’esortazione a fare di quest’Assemblea un nuovo cenacolo per il Continente ed il mondo.

Sulla situazione della Chiesa in Uruguay ascoltiamo, al microfono di Alina Tufani, il nunzio apostolico nel Paese, mons. Anselmo Guido Pecorari:RealAudioMP3

R. – L’Uruguay è un Paese che per antichissima tradizione vive una separazione totale tra Stato e Chiesa. Quindi, in Uruguay, l’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi, che è così ben rappresentato dal Celam, è una testimonianza di fronte alla società uruguayana della presenza della Chiesa. Una presenza che, a mio avviso, deve essere incisiva anche nei problemi non solo di carattere religioso, ma anche di carattere sociale e civile.

D. – Qual è la presenza della Chiesa nella società?

R. – La Chiesa non ha una presenza forte come negli altri Paesi dell’America Latina: è una presenza numericamente più limitata. Dal punto di vista della vita, però, è una presenza dinamica. La Chiesa cerca di far sentire la propria voce, soprattutto in campo ecclesiale – logicamente – nel campo dell’educazione e ora anche in altri settori, quali, per esempio, quello della difesa della vita, quello della famiglia, del matrimonio, in settori importanti come quello della sanità.

D. – Questo incontro dà luce ad una visione globale della Chiesa latino-americana, dopo un incontro come quello di Aparecida. Quali sono gli sviluppi secondo la sua visione?

R. – Non solo in Uruguay ma in tutta l’America Latina si sta cercando di realizzare in modo incisivo quello che è stato deliberato ad Aparecida. Si sta soprattutto sviluppando la missione continentale. Si tratta di una Chiesa in missione, impegnata nella rievangelizzazione della società e che deve affrontare sfide molto grandi. C’è una società in America Latina che sta diventando sempre più laicista e c’è, nello stesso tempo, la crescita delle sette, che è una crescita rilevante, anche se in Uruguay forse lo è meno che in altri Paesi. Questa sfida, comunque, deve seguire l’indicazione di Aparecida, con un cammino di rievangelizzazione che non tradisca quello che rimane di buono – ed è molto – delle tradizioni religiose. (ap)







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