Siria. L'arcivescovo siro-cattolico di Damasco: dal Papa grande vicinanza al nostro
Paese
Ciò che sta accadendo in Siria da settimane è un complotto ordito da forze esterne.
Certamente anche la Siria ha i suoi problemi, sarebbe stupido negarlo, ma questi si
possono affrontare da parte del Governo con giuste riforme e da parte del popolo manifestando
civilmente e senza fare ricorso alla violenza. Quale Stato non ha bisogno di riforme?”.
È un passaggio dell’intervista all'agenzia Sir dell’arcivescovo siro-cattolico di
Damasco, mons. Elias Tabe, che commenta le parole di Benedetto XVI di domenica al
Regina Cæli rivolte alla tragica situazione in Siria. “Ieri eravamo riuniti in assemblea
a Damasco, ospiti presso il patriarcato greco-cattolico di mons. Gregorio III Laham,
e il nunzio apostolico, mons. Mario Zenari, ci ha letto il testo dell’appello del
Papa ascoltato anche da numerosi diplomatici stranieri accreditati in Siria, tra cui
l’ambasciatore italiano, e da alti rappresentanti del governo siriano. Abbiamo accolto
le parole del Santo Padre con grande soddisfazione e speranza. Il suo è stato un gesto
di grande vicinanza dimostrata alla Siria”. Per mons. Tabe in Siria è in atto un complotto
ordito da “fondamentalisti islamici anche wahabiti dell’Arabia Saudita, del Qatar.
Anche in Siria c’è la possibile infiltrazione salafita come in Egitto”. Ritrovare
convivenza e unità è possibile, spiega l’arcivescovo, “da Governo e popolo è lecito
attendersi collaborazione e cooperazione, mettendo da parte ogni forma di violenza.
Da questo punto di vista non deve mai abbandonarci la speranza nel ricercare il bene
comune, come il Santo Padre ci ricorda nelle sue parole”.