L'immigrazione al centro dell'ultima giornata del Convegno internazionale sul Mediterraneo,
a Firenze
“Il mare dell’accoglienza”: questo il tema della sessione odierna del Convegno internazionale
“Il Mediterraneo e le città: prospettive economiche, culturali e spirituali”, che
si conclude oggi a Firenze. I relatori si sono confrontati sul problema dell’immigrazione,
che oggi vede il Mediterraneo al centro di questa emergenza. Da Firenze, il nostro
inviato Giancarlo La Vella:
Il Mediterraneo
deve diventare il luogo della tutela dei diritti umani e della tolleranza proprio
perché mette in contatto mondi geograficamente vicini ma culturalmente ancora lontani.
Mons. Agostino Marchetto, segretario emerito del Pontificio Consiglio per i Migranti
nel suo intervento al Forum fiorentino prende di petto l’aspetto per così dire più
scabroso dell’attuale emergenza migratoria. Regolamentazione e integrazione devono
andare di pari passo per garantire a chiunque anche se irregolare il riconoscimento
dei diritti umani fondamentali. Il presule pone poi l’accento sulla tragedia di quanti
perdono la vita nella speranza di raggiungere un’esistenza più dignitosa. Un problema,
questo, sottolinea mons. Marchetto, che grava sulla coscienza di tutti. Gli ha fatto
eco Laura Boldrini. Sono centinaia, afferma la portavoce dell’Alto Commissario dell’Onu
per i Rifugiati, le persone di cui non si sa più nulla. A fronte di precise normative
internazionali che impongono invece il soccorso in mare e che devono essere applicate
quanto prima nell’imminenza di presumibili nuovi arrivi dalla Libia, soprattutto.
Ma il problema che siamo chiamati oggi a risolvere non è solo quello dell’accoglienza
o del diritto d’asilo per quanti fuggono da persecuzioni o ingiustizia. Il metropolita
ortodosso Emanuel de France rilancia la necessità di realizzare una vera integrazione
che trasformi la diversità in unità e che dia spazio idoneo a quei criteri di giustizia
sociale che sono i cardini della nostra civiltà. Tutto il resto è sopportazione se
non addirittura intolleranza e razzismo. Da segnalare, infine, tra gli altri l’intervento
di Andrea Olivero, presidente delle Acli, secondo il quale il progresso, la crescita
umana e sociale dell’Europa passano oggi necessariamente attraverso una politica dell’accoglienza
e non di respingimento. Lo dimostra il fatto, sottolinea Olivero, che storicamente
tutte le civiltà che hanno avuto uno sviluppo fiorente sono quelle che hanno accettato
il confronto con la diversità e la collaborazione dall’esterno. Politiche di respingimenti
e di chiusura cozzano con tutto questo e impediscono all’Europa di comprendere quanto
sia importante guardare oggi con occhi diversi alla sponda Sud del Mediterraneo. (bf)