Lavorate con pazienza per la libertà religiosa nel vostro Paese: così il Papa ai vescovi
indiani
“Onestà e sincerità sulle proprie credenze e rispetto per quelle degli altri”: la
raccomandazione del Papa a tutti i fedeli indiani, nel discorso rivolto ai presuli
del Paese asiatico, in visita ad Limina, ricevuti stamane nella Sala del Concistoro.
Il servizio di Roberta Gisotti.
Se l’India
“è sede di varie antiche religioni, incluso il cristianesimo”, qui l’annuncio del
Vangelo “implica un delicato processo di inculturazione”, ha ricordato Benedetto XVI.
Ciò richiede a sacerdoti, religiosi e laici catechisti di “attentamente impiegare
le lingue e appropriarsi delle convenzioni dei popoli che servono nel presentare la
Buona Novella” e ai vescovi di “sorvegliare questo processo con fedeltà alla fede
tramandata a noi, da mantenere e trasmettere”. Da qui l’esortazione del Papa ai presuli
indiani:
“Combine that fidelity with sensivity and creativity…. “Combinate
quella fedeltà con la sensibilità e la creatività cosicché possiate dare una convincente
ragione della speranza che è in voi”.
Riguardo al dialogo religioso,
il Santo Padre si è detto consapevole delle difficili circostanze, affrontate da molti
vescovi sempre “incoraggiando un clima di tollerante azione reciproca”. “Il vostro
dialogo – ha indicato Benedetto XVI - dovrebbe essere caratterizzato da un costante
riferimento a ciò che è vero, per favorire il mutuo rispetto evitando le apparenze
di sincretismo”. Ha sottolineato il Papa l’importante ruolo dei pastori indiani per
“i cristiani che si sforzano di vivere in pace ed armonia con i loro vicini di altre
fedi”: “la vostra prudente guida sarà cruciale nell’impresa civile e morale di lavorare
per la tutela dei fondamentali diritti umani della libertà religiosa e libertà di
culto”. “Questi diritti - ha rammentato Benedetto XVI - sono basati sulla comune dignità
di tutti gli esseri umani e sono riconosciuti nel concerto delle Nazioni”. Per questo
“la Chiesa cattolica è impegnata a promuovere questi diritti per tutte le religioni
nel mondo”. Quindi l’incoraggiamento ai presuli indiani “di lavorare pazientemente
al fine di stabilire il terreno comune necessario per il godimento armonioso di questi
diritti fondamentali” nelle loro comunità. Il Papa ha infine assicurato le sue preghiere
per “questa delicata ed importante questione”, invocando sul lavoro pastorale dei
vescovi indiani la grazia dalla Beata Teresa di Calcutta, “il cui paziente, personale
servizio al prossimo è stato sostenuto dall’amore di Cristo”.