2011-05-16 15:04:47

Chiesto un mandato di arresto internazionale contro Gheddafi per crimini contro l'umanità


Proseguono gli sforzi per un dialogo internazionale per risolvere la crisi libica, nonostante sul terreno vadano avanti i combattimenti. Gli insorti e il gruppo di Contatto hanno respinto la proposta di cessate il fuoco lanciata dal governo di Tripoli, ma la Russia torna ad invocare la fine dei combattimenti. Intanto il Tribunale penale internazionale ha chiesto un mandato di arresto per Gheddafi e il figlio, Saif al-Islam. Il servizio di Gabriele Papini:RealAudioMP3

Il Consiglio nazionale di transizione libico ha respinto la proposta di cessate il fuoco da parte del governo di Tripoli in cambio dello stop ai raid della Nato. Le autorità vicine a Gheddafi avrebbero inoltre accettato la presenza di osservatori internazionali. La proposta è stata lanciata ieri durante un incontro tra il primo ministro libico Mahmoudi e un emissario dell’Onu in visita a Tripoli. Aperture che non hanno trovato seguito presso l’opposizione e i Paesi del gruppo di Contatto. Un esponente degli insorti, Hadi Shalluf, ha sottolineato che “il regime è sempre più isolato”, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha dichiarato che “Gheddafi ha le ore contate”, mentre la Gran Bretagna ha chiesto un’intensificazione dell’azione militare della Nato. Torna, invece, a chiedere la fine immediata delle violenze il ministro degli Esteri russo Lavrov che oggi incontrerà il segretario generale dell'Onu per parlare del Paese nordafricano. Intanto, il procuratore della Corte Penale Internazionale, Moreno Ocampo, ha chiesto ai giudici del tribunale un mandato di arresto contro Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e il capo dell'intelligence libica: i tre sono accusati di crimini contro l'umanità per aver colpito deliberatamente i civili nella repressione contro gli insorti. “Abbiamo prove dirette e solide”, ha spiegato Ocampo. Infine, sul fronte militare ieri sera si sono segnalate diverse esplosioni nei sobborghi a est di Tripoli. Secondo fonti locali bombe avrebbero colpito obiettivi militari e civili.

Siria: 7 manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza
Il regime siriano prosegue la repressione del dissenso. Nelle ultime 24 ore, almeno sette manifestanti antigovernativi sono stati uccisi dal fuoco dei militari siriani nella cittadina di Tall Kalash, vicino a Homs, nel centro del Paese. Secondo fonti locali le forze di sicurezza hanno bombardato indiscriminatamente quattro quartieri della città e il bilancio delle vittime potrebbe essere più pesante.

Egitto, scontri copti-musulmani
Gravi scontri nella notte in Egitto, tra cristiani copti e musulmani. Circa un’ottantina i feriti e almeno 16 le persone arrestate. Gli incidenti si sono verificati in seguito a una manifestazione organizzata dai copti davanti alla tv di Stato in segno di protesta contro le violenze iniziate il 7 maggio scorso. E nonostante le richieste della autorità religiosa copta, Shenuda III, e del premier egiziano, Essam Sharaf - che ha ordinato la riapertura di 16 chiese copte chiuse in seguito alle violenze di Imbaba - di non proseguire con le manifestazioni, questa mattina i copti hanno continuato a presidiare la zona adiacente gli studi televisivi. La manifestazione ha causato pesanti problemi di traffico. Intanto per l’ex first lady egiziana, Suzanne Mubarak, ricoverata in ospedale per un malore, i giudici hanno disposto la custodia cautelare per presunti arricchimenti illeciti.

Immigrazione, continuano i trasferimenti da Lampedusa
Sono 87 i migranti dell'Africa sub sahariana sbarcati poco prima delle 10 nel porto canale di Cagliari dalla nave "Excelsior" proveniente da Lampedusa. E' il terzo gruppo di migranti che la Sardegna ha accolto dall'inizio del mese, in base al piano nazionale che impegna l'isola a ospitarne un totale di circa 1.400. Altri 40 immigrati lasceranno Lampedusa con un volo per Palermo. Sull’isola restano appena 230 stranieri, mentre da venerdì non si registrano nuovi arrivi.

Yemen, terrorismo
Al Qaeda in azione in Yemen. Due poliziotti sono stati uccisi e un funzionario dei servizi è stato sequestrato da militanti del gruppo terroristico legato a Osama bin Laden, secondo fonti locali. Intanto nel Paese continuano a registrarsi azioni di protesta per reclamare la fine della dinastia Saleh al potere.

Pakistan
Attentato stamattina in Pakistan, nella città portuale di Karachi. Ucciso il console saudita, colpito a morte da sicari mentre - a bordo della propria auto - si stava recando nella sede diplomatica. Si tratta del secondo attentato in pochi giorni ai danni del consolato dell’Arabia Saudita nella città. La polizia ritiene possibile un legame con l’uccisione di bin Laden, mentre dagli Stati Uniti il segretario alla Difesa Gates ha ribadito che, dopo l’eliminazione del capo di Al Qaeda, è “prematuro” accelerare il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan.

Pakistan-India: colpi di artiglieria lungo il confine indo-pakistano
Torna alta la tensione al confine tra India e Pakistan, dove ieri gli eserciti dei due Paesi si sono scambiati alcuni colpi di artiglieria. Almeno 16 le persone rimaste ferite negli scontri avvenuti nella zona di Sialkot. Nella stessa area due giorni fa è stato ucciso un soldato indiano. Le tensioni rappresentano una violazione del cessate il fuoco in vigore dal 2003 lungo la cosiddetta ''linea di controllo'' (Loc) che divide la regione himalayana del Kashmir.

Costa d’Avorio: 220 civili uccisi da miliziani fedeli a Gbagbo
Circa 220 civili sono stati uccisi e 17 feriti nel sud-est della Costa d’Avorio da miliziani fedeli all’ex presidente Laurent Gbagbo. La denuncia viene dal portavoce del governo del nuovo capo dello Stato, Ouattara. Secondo il portavoce, le forze fedeli a Gbagbo hanno ripiegato verso la frontiera con la Liberia abbandonandosi durante la loro fuga a atti “di inaudita violenza”.

Guatemala narcos
I cadaveri decapitati di 27persone sono stati ritrovati in una regione del Guatemala vicino al confine con il Messico. La polizia, che ne ha dato l'annuncio, ha attribuito il massacro al narcotraffico. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gabriele Papini)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 136







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