Nuova ondata di sbarchi a Lampedusa: centinaia di immigrati giunti nell'isola dalla
Libia
La crisi libica sta avendo ampie ripercussioni sul problema immigrazione. A Lampedusa,
nelle ultime 24 ore, sono sbarcati oltre 1.700 immigrati provenienti dalla Libia.
La situazione delle presenze sull’isola appare nuovamente critica, almeno fino a quando
non saranno avviati i trasferimenti. Forte il timore che si sia alle soglie di una
nuova emergenza. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Sergio Briguglio,
esperto di politiche dell’immigrazione:
R. – A Lampedusa
l’emergenza può esserci, perché è un’isola molto piccola e quindi sbarchi di centinaia
di persone possono ovviamente creare localmente dei problemi. Non credo che questa
debba essere considerata un’emergenza a livello nazionale per il momento. Se chi arriva
viene immediatamente trasferito, questa finisce per non essere un’emergenza neanche
per Lampedusa.
D. – L’interrogativo che ancora rimane riguarda l’Europa,
perché l’Unione non è riuscita ad agire di comune accordo su questa emergenza...
R.
– ...perché per un verso siamo ancora di fronte ad un esodo che è importante, rilevante,
perché grava su Lampedusa, ma se lo spalmiamo su tutto il territorio nazionale italiano
non si può dire che sia un’emergenza: siamo di fronte a dei flussi comunque modesti.
L’altro aspetto è che noi oggi ci lamentiamo del mancato intervento degli altri Paesi
europei, ma quando ci fu la guerra in Bosnia, la Germania ebbe 500 mila richieste
di asilo e non mi risulta che l’Italia abbia alzato un dito a quel tempo, per alleviare
il carico che gravava sulla Germania.
D. – Secondo molti osservatori,
l’immigrazione sarà il problema che ci porteremo avanti per i prossimi dieci, venti
anni, e non parlo solo del bacino del Mediterraneo evidentemente...
R.
– Immaginiamo per un momento: se non ci fossero flussi migratori, l’Italia sarebbe
destinata ad un declino tragico, perché abbiamo una popolazione sempre più vecchia,
abbiamo sempre meno giovani che lavorano e ciascun giovane che lavora deve mantenere
diversi anziani. Allora, capovolgiamo il problema e diciamo: “Bene, grazie a Dio c’è
l’immigrazione!” Serve regolarla in modo più opportuno: per esempio evitando che la
gente debba attraversare il canale di Sicilia per arrivare in Italia; predisponiamo
quelle misure che possano favorire un’immigrazione regolare. Si possono adottare diverse
misure, tenendo conto del fatto che c’è strutturalmente una potenziale alleanza tra
un Paese che invecchia e Paesi che invece hanno una fascia di lavoratori giovani,
che vogliono e devono trovare inserimento lavorativo. Abbiamo bisogno di forze giovani
e dai Paesi del Nord Africa può venire un afflusso di persone che hanno voglia di
lavorare, di lavorare bene, di darsi da fare, di migliorare il loro tenore di vita,
cioè tutte quelle spinte che da noi sembrano spesso essere morte. Se programmiamo,
accettiamo un’immigrazione da Paesi di questo genere e la mettiamo in concorrenza
con i nostri giovani, anche i nostri giovani saranno più stimolati a fare meglio,
a studiare meglio, a lavorare meglio e tutto il resto e l’Italia ne avrà un beneficio.(ap)