Il cardinale Comastri presiede il Rosario in Vaticano per i 30 anni dell’attentato
a Giovanni Paolo II
Ricordando Giovanni Paolo II nel 30.mo anniversario dell'attentato in Piazza San Pietro,
i fedeli che ieri sera si sono radunati nella parrocchia di Sant'Anna in Vaticano
hanno pregato il Rosario anche per Benedetto XVI. Perché, ha detto il cardinale Angelo
Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano che ha presieduto
la preghiera, gli attacchi contro il Papa non sono finiti: si può ferire infatti anche
attraverso parole o gesti. Nella gremita parrocchia del Papa il porporato ha commentato
a braccio i misteri del dolore, sottolineando che nel Cenacolo Gesù, lavando i piedi
agli apostoli, ha rivelato un volto inedito di Dio: quello dell'umiltà. E dal suo
accettare la flagellazione c'è da imparare invece la mitezza, mentre il non sottrarsi
di Cristo alla crocifissione, ha spiegato ancora il porporato, insegna che è l'amore
che può cambiare il mondo, non la violenza e che c'è un altro Regno oltre le cose
terrene. Sicché, se della grandezza di Nerone oggi non vi è che poca traccia, la tomba
di quel pescatore che era il primo degli apostoli è invece una calamita per milioni
di persone da secoli. Quindi il cardinale Comastri ha ricordato quanto c'è da imparare
da Maria, che ha seguito Gesù fino al Calvario. "Mentre i discepoli per paura si erano
allontanati da Cristo – ha detto il porporato – Maria resta accanto a Gesù. Maria
è controcorrente, è modello di femminilità autentica, vive la sua maternità fino in
fondo e anche dal cielo continua a vivere questa maternità nei nostri confronti".
Maria, ha concluso il cardinale Comastri, è l'ultimo dono che Gesù ci ha fatto dalla
Croce: vedendo la madre accanto al discepolo Giovanni si accorse che aveva ancora
da dare, così affida Maria al discepolo che amava, affidando al contempo l'intera
umanità alla Madre. Al termine del Rosario, infine, è stata recitata la preghiera
al Beato Giovanni Paolo II: a lui i fedeli hanno chiesto di intercedere "per il mondo
intero, ancora segnato da tensioni, da guerre e da ingiustizie" e perché attraverso
il dialogo possa essere seminato l'amore. (A cura di Tiziana Campisi)