2011-05-13 14:43:10

Siria. L'Onu denuncia: almeno 800 le vittime della repressione


In Siria, sono centinaia le vittime della repressione del governo sulle proteste e migliaia le persone arrestate: il bilancio arriva dall'Onu. Di questo e della situazione di oggi nel Paese, ci riferisce Gabriele Papini.RealAudioMP3

Il presidente Assad ha ordinato alle forze di sicurezza di non aprire il fuoco contro i manifestanti, durante i sit-in di protesta previsti per oggi nel Paese. Fonti governative hanno assicurato che “chiunque violerà l'ordine sarà ritenuto responsabile”. Il noto attivista per i diritti umani, Wissam Tarif, ha affermato di non credere alle parole del presidente Assad. Nel frattempo, centinaia di curdi siriani sono scesi in strada oggi a Qamishli, nel nordest del Paese, e sono attese nuove proteste nelle prossime ore. Il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, ha messo in guardia contro un intervento straniero in Siria, chiedendo all’opposizione di non “replicare lo scenario libico” a Damasco. La Russia, ha aggiunto il capo della diplomazia di Mosca, spera che non si verifichi “l'ingerenza di attori stranieri nella situazione interna siriana e l'uso della forza”. Da parte sua, l'Unione Europea sta considerando la possibilità di estendere le sanzioni approvate contro il regime anche al presidente Assad. Infine, il portavoce dell’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, Rupert Colville, ha riferito che la violenta repressione delle manifestazioni antigovernative ha causato tra le 700 e le 850 vittime.

La protesta in Yemen: il presidente annuncia la difesa a oltranza
Il presidente yemenita, mentre si raduna a Sanaa una folla di oppositori al suo regime, fa sapere che si difenderà “con tutte le forze” e definisce i manifestanti “sabotatori”. Oggi, secondo una fonte dei Servizi di sicurezza dello Yemen, “un veicolo dell'esercito è caduto in un'imboscata, tesa probabilmente da esponenti di Al Qaeda, nella provincia di Marib”', zona tribale a circa 160 chilometri a est di Sanaa. Intanto il Qatar ha reso noto di aver rinunciato all'iniziativa di mediazione condotta nelle scorse settimane tra il presidente Saleh, e le opposizioni per risolvere la crisi in corso nel Paese. Secondo quanto riporta la tv qatariota "al-Jazeera", il motivo sono i "ritardi nella firma dell'accordo proposto e nell'intensità delle violenze in corso nel Paese”.

Motovedette libiche attaccano navi Nato. Gheddafi rinuncia a combattere i ribelli
Secondo fonti della Nato, motovedette del regime del colonnello Gheddafi hanno attaccato senza colpirle le navi britanniche, canadesi e francesi in servizio di pattugliamento nelle acque libiche. Nelle stesse ore, il governo libico fa sapere che non tenterà di riprendere con la forza l'est del Paese, in mano ai ribelli. Intanto, il Comitato di Transizione nazionale libico ha chiesto agli Stati Uniti il riconoscimento ufficiale del movimento. Lo ha reso noto il responsabile per gli Esteri dell'opposizione libica, alla vigilia del suo incontro alla Casa Bianca con l'amministrazione Obama.

Bin Laden, ricostruzione del blitz di Abbottabad da parte dei "Seals"
Nel corso del blitz di Abbottabad, che ha portato alla morte di Osama Bin Laden, c’è stato un unico scontro a fuoco nella foresteria all'interno della villa-fortezza. E l'ex capo di al Qaeda è stato ucciso nella sua camera da letto: le teste di cuoio dei Seals lo hanno visto al terzo piano, gli hanno sparato ma non lo hanno centrato; a quel punto Osama è retrocesso nella sua stanza e il primo degli uomini del commando a raggiungere la porta gli ha sparato al petto. È la ricostruzione del blitz americano riportata dalla Cbs, che cita fonti del Pentagono, secondo cui i Navy Seals intervenuti ad Abbotabad hanno filmato tutta l'operazione con delle telecamere sugli elmetti.

Lampedusa: ripresi gli sbarchi, più di 400 migranti arrivati questa mattina
Sono 265 i profughi approdati poco prima di mezzogiorno a Lampedusa. I 265 migranti sono stati accompagnati, a bordo dei pullman, al centro di accoglienza di contrada Imbriacola. Stamani, è approdato alle 7 del mattino il primo dei sei barconi avvistati nel Canale di Sicilia nelle ultime ore. A bordo dell'imbarcazione, scortata dalle motovedette della Guardia di Finanza, 166 profughi partiti dalla Libia. Altri due barconi con centinaia di migranti a bordo si trovano in questo momento a circa 30 miglia dall'isola e stanno per essere raggiunti dalle motovedette della Guardia di Finanza. È invece ferma a circa 70 miglia, monitorata da una nave della Marina Militare, la "carretta" del mare con 220 extracomunitari, che ieri aveva lanciato l'Sos con un telefono satellitare. Nella zona, di competenza maltese per quanto riguarda i soccorsi, si stanno dirigendo anche alcune unità partite dalla Valletta.

Arrestata la moglie di Mubarak
La moglie dell'ex presidente egiziano Mubarak, Suzanne, è stata arrestata su ordine del procuratore generale della Repubblica, che ha disposto per lei 15 giorni di custodia cautelare. L'accusa è di guadagni illeciti. Intanto, migliaia di egiziani si sono radunati al Cairo sulla piazza Tahrir per manifestare in favore dell'unità nazionale fra musulmani e cristiani. I dimostranti protestano contro le violenze religiose, che la scorsa settimana hanno provocato la morte di 15 persone.

Afghanistan: morto un soldato americano e due soldati Isaf
Un agente di polizia afghano ha ucciso ieri un soldato americano, ferendone altri tre prima di essere abbattuto da una reazione militare nella provincia meridionale di Helmand. Due soldati della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) sono morti ieri nell’Afghanistan meridionale.

La ripresa in Europa è solida ma non si può prescindere dalla diminuzione dei debiti
“La ripresa in Europa è solida e continua, nonostante le turbolenze e le tensioni sul mercato dei debiti sovrani. Ma restano i rischi dei debiti pubblici”. Questa l'analisi del commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, che ha presentato le nuove previsioni economiche di Bruxelles. Si legge che nel 2012 il pil dell'Eurozona tornerà ai livelli “pre-crisi”. Rehn raccomanda di rafforzare la riduzione dei deficit pubblici e di attuare le necessarie riforme strutturali.

Giappone: chiusa centrale di Hamaoka, Tepco approva il piano di salvataggio
La centrale nucleare di Hamaoka verrà completamente chiusa entro questa settimana. Lo ha annunciato un responsabile della centrale che è situata a 200 km a sudovest di Tokyo e che rappresenta uno degli impianti atomici a più alto rischio del Giappone. Il gestore della centrale risponde così alla richiesta di chiusura proveniente dal governo, sull'onda della crisi nucleare scatenatasi a Fukushima. Intanto, oggi il governo ha presentato il piano di salvataggio della Tepco, impegnata in risarcimenti milionari ai familiari delle vittime dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima dell’11 marzo scorso.

Cina: esplode una bomba in una banca, almeno 40 feriti
L'esplosione di una bomba molotov in una banca ha causato almeno 40 feriti nella provincia nordoccidentale cinese di Gansu. La bomba è stata fatta esplodere durante una riunione di lavoro. A quanto si legge sul blog di un giornalista di Gansu, l'attacco è stato compiuto da un ex impiegato licenziato per corruzione.

India: elezioni in West Bengala, dopo 34 anni perde il partito comunista
Dopo 34 anni di potere, il partito comunista indiano ha perso le elezioni nello Stato nordorientale del West Bengala, una delle “fortezze rosse” più longeve al mondo. Da risultati dello spoglio relativo a quattro Stati, andati alle urne tra aprile e maggio, risulta che la sinistra è stata travolta dal piccolo partito Trinamul Congress di Mamata Banerjee. La sconfitta dei comunisti era stata ampiamente prevista. Il partito, che si definisce ancora “marxista”, era da alcuni anni in forte declino per aver disatteso le aspirazioni dei contadini e degli operai, oltre che per aver fallito la politica di industrializzazione “alla cinese” della regione, una delle più povere del Paese. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Gabriele Papini)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 133







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